PIEMONTE ARTE: MONCALIERI, CHIERI, ALBANO, RICCI, PASINO, TREMLETT, VOLPEDO…

CASTELLO DI MONCALIERI, BOZZA DI ACCORDO PER LA NUOVA APERTURA

Concreti passi avanti per la nuova apertura del percorso di visita del Castello di Moncalieri Il Polo Museale del Piemonte ha elaborato, di concerto con il Servizio II della Direzione Generale Musei del MiBAC e con il Consorzio Residenze Reali Sabaude, una bozza di accordo di valorizzazione per l’apertura al pubblico degli appartamenti della Principessa Maria Letizia e della Principessa Maria Clotilde, nonché della Cappella Reale e dell’appartamento di Vittorio Emanuele II del Castello. Tale bozza di accordo è stata trasmessa al Comune di Moncalieri e al Comando del 1°Reggimento Carabinieri “Piemonte” affinché possano esprimere le proprie valutazioni. Il Polo Museale auspica un esito positivo dell’esame dell’accordo e la sua sottoscrizione in tempi brevi, così da poter procedere – nel minor tempo possibile – alla realizzazione di atti concreti che consentano, con la collaborazione di tutte le Istituzioni coinvolte, la nuova apertura al pubblico del percorso di visita del Castello di Moncalieri.

 

CHIERI, BIBLIOTECA CIVICA: “CARTE IN REGOLA”

 

MONCALIERI: TORNA “OPEN DISCRICT”

Open District Moncalieri torna, ma con una veste tutta nuova. Perché l’arte, il fashion e il design non riescono a stare fermi. Così, le location diventano quattro: al Giardino delle Rose e al Castello Reale, fulcri della prima edizione, si aggiungono il Porto Onlus di via Petrarca 18, lo show room Lettera F in piazza Vittorio Emanuele 7 e lo studio di architettura Tra Le Righe in via Santa Croce 17/b. Dal 7 al 9 giugno, l’evento organizzato dall’associazione Golfart invaderà Moncalieri con oltre 50 espositori, più del doppio rispetto alla passata edizione. Trentatre saranno gli artisti, cinque i designers, ai quali si aggiungerà la mostra Spazio al Design, promossa dalla Fondazione per l’architettura / Torino in collaborazione con l’Ordine degli Architetti e il focus group OAT Design, dedicata al tema della città accessibile, dieci i fashion designers, quattro i nostri esperti del food. Ma quest’anno ci sarà una novità, la nascita di una sezione «trasversale»: il Baratto. Sette dei nostri espositori, all’interno del Porto, non venderanno le proprie opere, ma le doneranno in cambio di… qualsiasi cosa! Il «prezzo» lo deciderete voi. L’inaugurazione si terrà il 7 giugno e sarà divisa in due tappe. Alle 17.30 appuntamento al Porto Onlus, l’istituzione attiva dal 1983 nel trattamento di persone con disturbi psichiatrici gravi e di personalità; qui è nato l’atelier di arte terapia, dove i pazienti sono liberi di esprimersi nei modi e nei tempi che desiderano: le loro opere saranno esposte, tra le altre, in occasione di Open District. Da qui, una passeggiata porterà alla seconda tappa dell’inaugurazione, alle 18.30 al Castello di Moncalieri, dove alle 19 inizierà il live-set di Karma Keeper, tra elettronica e deep, che proseguirà tutte le sere, aggiungendosi ai nostri workshop e conferenze. E per l’apertura, ospite speciale sarà l’illusionista Marco Berry, che verrà a ritirare i quadri a lui omaggiati dall’artista Laura Demaria. «Un sentito grazie alla Città di Moncalieri, che quest’anno ci ha dato la possibilità di allargarci anche in altre location, tutte legate tra loro da una vera e propria passeggiata nell’arte. Ma non solo: per questa seconda edizione ci siamo ingranditi, passando ad oltre 50 espositori dall’elevata qualità. Ringrazio anche Iren e la Camera di Commercio per il sostegno alla manifestazione; e l’ordine degli Architetti, che ci «donerà» una sua mostra-studio», racconta il patron dell’iniziativa e presidente dell’associazione Golfart, Pegi Limone. «Dopo gli ottimi riscontri dell’edizione 2018, Open District Moncalieri ritorna per la seconda volta al Giardino delle Rose. Con soddisfazione abbiamo confermato la collaborazione: il tema del design è da sempre nelle corde della storia della città e nel Giardino ai piedi del Castello Reale ha trovato una degna collocazione, all’interno della programmazione di Moncalieri Experience, il nostro cartellone culturale estivo. Un calendario che porterà il Giardino ad aprirsi ogni weekend con proposte culturali e spettacoli di qualità, e che da quest’anno è anche inserito nella rassegna Palchi Reali, promossa da Regione Piemonte e Consorzio delle Residenze Sabaude con il coordinamento di Piemonte dal Vivo», aggiunge l’assessore alla Cultura di Moncalieri, Laura Pompeo. Open District Moncalieri è organizzato grazie al sostegno della Città di Moncalieri, della Camera di Commercio di Torino e di Iren, con la collaborazione di Turismo Torino e del Porto Onlus. Sponsor tecnici la Nova Restauri, la Casa della Lampadina e Gotha Events, con il patrocinio del Consiglio regionale del Piemonte, della Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino, dell’Ordine degli Architetti di Torino e di Confesercenti.

Appuntamento venerdì 7 giugno dalle 15 alle 23, sabato dalle 11

alle 23 e domenica dalle 11 alle 23.

 

CONDOVE: “SEGRETA POESIA” MOSTRA RETROSPETTIVA DI SERGIO ALBANO

a cura di Francesco Albano e Valter Vesco

Inaugurazione domenica 9 Giugno ore 16:00

Antica Chiesa Romanica di San Rocco via Cesare Battisti – Condove (TO)

orari di visita:dal 9 al 30 giugno 2019

mercoledì 10/12 – venerdì 16/19

sabato e domenica 10/12 – 16/19

– ingresso libero –

L’iniziativa è stata promossa dal gruppo Amici della Chiesa di San Rocco, rete Valle di Susa Tesori di Arte e Cultura Alpina, Fondazione Magnetto, Parrocchia San Pietro in Vincoli, Comune di Condove. Dopo il recente successo della mostra “Il fascino del mistero” allestita presso la Fondazione Eugenio Guglielminetti a Palazzo Alfieri di Asti e la mostra “Omaggi al Maestro – Variazioni sui temi di Sergio Albano nei collage LOSA’NTEMI di Elio Vittonetto” – allestita presso la Sala Mostre della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino – l’Archivio Sergio Albano presenta al pubblico una mostra antologica. In questa rassegna saranno presentate alcune opere che l’artista ha realizzato tra gli anni ’60 e gli anni 2000. Sergio Albano (1939-2008) ha compiuto gli studi al Liceo Artistico e all’Accademia Albertina di Torino. Dal 1956 ha partecipato alle principali rassegne torinesi a carattere nazionale, dalla Società Promotrice B.B. A.A. e del Piemonte Artistico e Culturale. E’ stato invitato alla Quadriennale del Gruppo “Bianco e Nero”, dell’”Arte Contemporanea” organizzate da “Città Amica”. Ha esposto in prestigiose gallerie torinesi, alla Galleria Man Arte di Parigi, all’Art Expò di Ginevra e New York, all’Art Gallery Museum a Jinan, in Cina, e al Panorama Museum di Bad Frankenhausen, in Germania. Ha eseguito pitture murali in diverse località piemontesi. Alcune sue opere sono riprodotte in libri d’autore (Françoise Sagan, Tahar Ben Jalloun e molti altri) per Mondadori, Rizzoli, De Agostini, altre sono apparte in film e fiction televisive. Nel 1991, 1996 e 2001 ha conseguito il primo premio assoluto nel prestigioso concorso nazionale Gaudenzio Ferrari di Santhià. E’ stato docente di figura dapprima al Liceo Artistico, quindi presso istituti privati torinesi e infine presso la Scuola Nazionale di Cinema di Animazione a Chieri (TO). Presso lo studio torinese che fu, tra gli altri, di Umberto Mastroianni e di Carlo Terzolo, ha fondato la scuola di pittura il “Gruppo d’Arte di Via Perrone” (attualmente sotto la guida del pittore Marco Piva), con la quale ha organizzato mostre di pittura e attività culturali. Maestro della pittura ad olio, nelle sue opere da forma e colore alla natura, facendo sì che il mistero abbia un odore e un sapore, che sia “a portata dei sensi”, travalicando i confini della percezione visiva con l’inebriante odore di erba estiva, accarezzata dal vento (Sic vita fugit, 1985); riuscendo quasi a far percepire l’aria pungente e fredda sospesa sulla neve inviolata (Plenilunio, 1997). Il silenzio di una chiesa (Confessionale, 2008) o di un campo fresco di aratura (Aratura, 1993), pervade l’animo con un senso di terrestre religiosità; laddove un San Francesco “come estratto da una cava” (Vittorio Sgarbi – da catalogo “Preghiere d’Artista”) riceve le piaghe, la presenza umana è messa in secondo piano, ma la terra di Sergio, anch’essa perennemente segnata, sembra incarnare potenti spiriti, emersi per eliminare i germi del male. In un sogno che pare realtà, una misteriosa forza scaturita dalle profonde viscere della Terra, ha levigato la roccia sino a imitare l’architettura con interi blocchi di montagne (Romitaggio, 2005). Nel teatro immobile della Storia e della notte, sovente i personaggi dei quadri di Sergio sono fermi, bloccati; ora inquietanti, ora ironici e misteriosi. Questa tensione drammatica è specchio del suo mondo ed è molto evidente laddove predomina appunto la figura umana (Sala da Ballo, 2004 Boris Godunov, 2007). La sua poetica suscitò l’interesse e l’ammirazione di Federico Zeri e molti altri, colpiti da architetture metafisiche (Casa di Dedalo, 1993) che, come in molte altre opere, popolano un mondo emblematico e quasi sacrale; un universo dove, all’arcaica potenza della natura e dei suoi elementi, corrisponde l’immensità e un silenzio che l’arginano, in una sorta di compostezza solenne. Molte sono le ragioni alla base di questo equilibrio, volto a rappresentare perlopiù un universo ideale, una terra di matematiche convergenze, di contrasti cromatici impressi da una pennellata disinvolta, ma invisibile. Fra queste, la necessità di usare la pittura come strumento per rendere il mistero della vita, dipingendo qualcosa che di trasfigurato, così come poteva scorgerlo intorno a sé

 

ALBA, FOTOGRAFIA: MOSTRA DI STEFANIA RICCI

Galleria DAVIDECOFFA ARTECONTEMPORANEA

via Pertinace 10/d ALBA (CN)

Inaugurazione sabato 8 giugno 2019 ore 18.30

8giugno-16luglio

mercoledì – domenica 10-19

lunedì – martedì chiuso

www.coffartecontemporanea.com

In occasione di ARCHIVIARE IL PRESENTE- FO-TO fotografi a Torino 2019

L’artista Stefania Ricci presenta presso la galleria Davidecoffa artecontemporanea una selezione di opere dal 2003 a oggi dedicate al rapporto con la natura, si tratta di rayogrammi, fotografie ottenute appoggiando direttamente l’oggetto sulla carta sensibile, una scelta che rendere gli elementi naturali diretti  protagonisti dell’opera lasciando il segno della loro presenza.

NATURA SENSIBILE

Un fiore, una farfalla,un filo d’erba, si fanno attraversare dalla luce e ci si presentano nella purezza delle forme,  creando ombre che si  inseguono in un gioco raffinato di intrecci e rimandi. Stefania Ricci parte dalla consapevolezza che la natura sia dotata di una tenace forma di coscienza e intelligenza, attraverso cui ci invia messaggi che sta a noi decodificare. Per questa ragione Stefania  non riprende gli elementi naturali come fossero oggetti,ma li rende protagonisti appoggiandoli direttamente a contatto della carta fotografica sui cui lasciano il segno della loro presenza. Con le sue opere delicate ma anche sensuali, ci invita a percepire il linguaggio con cui la natura sussurra ed è osservando le sue immagini che ci possiamo accorgere di guardare contemporaneamente anche in noi stessi con una nuova, felice consapevolezza”

Mostra inserita nel calendario di ARCHIVIARE IL PRESENTE-FO.TO Fotografi a Torino 2019

 

TORINO, MOSTRA DI ERIC PASINO “AFASIA”

Venerdì 14 giugno 2019. dalle 18.30 alle 21.30, alla Galleria del Museo d’Arte Urbana, via Rocciamelone 7 c Torino, inaugurazione della mostra personale di Eric Pasino “Afasia”, a cura di Edoardo Di Mauro e Daniele D’Antonio, con il patrocinio dell’Accademia Albertina di Belle Arti.

Fino al 9 luglio 2019 su appuntamento

Sostenitori istituzionali : Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Circoscrizione 6 Comune di Torino, Comune di Torino Settore Tempo Libero

In un’epoca di ridefinizione dei generi la pittura mantiene la sua centralità riuscendo, nei casi migliori, a rinnovarsi da un punto di vista iconografico, quindi conservando quella caratteristica che le è propria, implicita al concetto di “technè”, di tirocinio artigianale visto in una dimensione di sublimazione dell’agire artistico, con modalità attente e riflessive, abbinando a questa antica vocazione la capacità di osservare con occhio partecipe e disincantato al tempo stesso l’esistente, decontestualizzandolo dalla sua effimera contingenza materiale per dargli forma nella dimensione del simbolo. Da quando l’arte si è calata in una nuova realtà sociale, che le ha mutato diversi connotati ponendola all’interno di un diverso e più complesso sistema relazionale, cioè dall’inizio dell’ 800, la pittura si è posta in due occasioni, ovviamente tra loro diverse, a salvaguardia dei suoi valori fondativi : all’esordio della rivoluzione industriale, con le correnti del Romanticismo che ne difendevano il livello auratico, e dopo il 1975, a seguito dell’ingresso nella società postindustriale e della crisi del Concettuale. Seguo con partecipazione le vicende della pittura sin dagli esordi della mio mestiere di critico ed organizzatore culturale, quindi dal 1984. In sintonia con un’attività che è nata come vocazione, a contatto con i giovani autori di quegli anni, ho registrato le mutazioni della pittura dopo l’ondata della Transavanguardia, in un clima di contaminazione multidisciplinare e di enfasi espressiva,  fortemente venata da suggestioni provenienti dall’estetica metropolitana, dalla moda, dalla musica e, soprattutto, dal fumetto. Essendo, sin dall’antichità remota, lo strumento mimetico per eccellenza, la pittura riesce a metabolizzare, con procedimento metamorfico, tutto quanto proviene dall’esterno, e sta riuscendo nell’impresa anche relativamente a strumenti come la fotografia, l’immagine digitale e, più in generale, tutto l’inesauribile armamentario di simulacri della contemporaneità. Attualmente abbiamo, da un lato, il ritorno di un’attenzione curiosa e partecipe nei confronti degli stereotipi mediali, come avvenne negli anni’80, ma mantenendo molte caratteristiche di quell’atteggiamento di freddo ed algido distacco mentale tipico, almeno secondo la mia lettura,  degli anni ’90. La contemporaneità appare nuovamente come narrazione iconografica prevalente, ma sfumata in un atteggiamento evocativo di suggestioni che furono un tempo intense e nel “qui ed ora” si ripropongono come sfocate dalla consapevolezza e dal disincanto. Gli ultimi anni hanno testimoniato la volontà della più giovane generazione di cimentarsi con la pittura, divenuta fondamentale viatico per nuove narrazioni. Quanto oggi appare parzialmente inedito e stimolante è l’attitudine a mescolare con disinvoltura tracce e visioni appartenenti di pari alla cultura “alta” ed a quella “bassa”. Brani di storia si mescolano a visioni psichedeliche e metropolitane, insieme a simboli appartenenti al repertorio tradizionale della pop art, così come al fashion, all’illustrazione, al fumetto. Dopo vari segnali positivi intuibili lungo il corso degli anni Zero, pare che questa vocazione ad un’”arte totale”, rinvenibile anche in forme di grafica che tendono alla creazione di un linguaggio proprio, lontano dalle mode, con una grammatica ed un vocabolario originali, per riuscire a comunicare in un mondo già saturo di segni, in un design ecosostenibile, nella Street Art ed in particolari forme di artigianato artistico metropolitano, costituisca la novità più rilevante degli anni Dieci. La produzione del ventiduenne Eric Pasino, studente dell’Accademia Albertina ed allievo della Scuola di Pittura di Giuseppe Leonardi, si pone in pieno all’interno di queste coordinate stilistiche, manifestando, ad onta della giovane età, una maturità tecnica sorprendente ed ancora suscettibile, come logico attendersi,di ulteriori affinamenti. Le immagini di Pasino, che adopera  la pittura ad olio, ma anche tecniche come l’acquaforte, sono caratterizzate da una forte valenza simbolica ed evocativa. La sua è una figurazione che tende ad essenzializzarsi fino a sfiorare l’aniconico tramite la fusione della figura con lo sfondo. La dimensione narrativa mescola piani diversi. L’iconografia sembra provenire da tempi passati, dalla grande arte di impianto moderno, specie quella nord europea quattrocentesca, per giungere  agli umori del Barocco naturalista, fino alla sua ripresa durante la stagione del Romanticismo francese. Il tutto traslato nella dimensione del presente, con echi delle narrazioni apocalittiche che caratterizzano la nostra post modernità , timorosa di sprofondare in un nuovo medioevo frutto dell’incuria verso l’ambiente e delle possibili nefaste conseguenze di una globalizzazione selvaggia, che potrebbe far ripiombare l’umanità verso il rischio di una catastrofe nucleare, che sembrava esorcizzato dalla caduta del Muro di Berlino, ma che risulta ora di nuovo possibile nella scia di un terrorismo folle e privo di un baricentro individuabile.. Come sottolineato dallo stesso giovane autore, i dipinti sono fortemente intrisi di un’aura di mistero e decadimento, e sono frutto di una crescita esponenziale dell’ispirazione, che parte da uno spunto od un’idea, per poi arricchirsi di particolari talvolta inaspettati in corso d’opera. La base di partenza è di matrice figurativa, ma si arricchisce spesso di intrecci, calcificazioni ossee, con conseguenti mutamenti di forme e texture. L’effetto finale raggiunge quindi dei raffinati vertici di ermetismo, che suscitano la curiosità dello spettatore, offrendogli una pluralità di significati possibili, in linea con la sua cultura e le sue aspettative di immaginario.

 

Edoardo Di Mauro

 

LANGHE, WALL DRAWING DI DAVID TREMLETT

L’artista di fama internazionale David Tremlett ha svelato oggi la sua ultima opera nelle Langhe: un wall drawing realizzato all’interno della Cappella di San Maurizio, antico monastero cistercense. Un omaggio ai 400 anni della struttura, oggi di proprietà della famiglia Gallo. “La prima volta che ho visitato la Cappella di Relais San Maurizio, ho riscontrato che la volta del WHITE SPACE (nome originario dello spazio espositivo) non aveva alcun collegamento con le sue pareti. Qualcosa non aveva senso. Ora, invece, la parte superiore dell’opera ha una connessione con la struttura della volta, il colore e la forma. La parte inferiore dell’opera costituisce ora la base, la fondazione o il luogo su cui tutto si sostiene ed è circondata tutt’attorno dal colore, dalla luce e dall’aria. In mezzo c’è il nostro orizzonte, questo è il nostro OPEN SPACE”, spiega l’artista, David Tremlett. Il Wall Drawing all’interno della Cappella (aperta al pubblico, previo appuntamento) e la scelta di collaborare con David Tremlett rappresentano un’ulteriore conferma dell’impegno della Fondazione Gallo e del Relais San Maurizio a favore della valorizzazione del patrimonio culturale e architettonico del territorio. David Tremlett sente, infatti, un profondo legame con l’Italia e le Langhe, tanto da aver fatto numerosi lavori all’interno del territorio patrimonio UNESCO – la Cappella del Barolo (1999) e a Coazzolo la Chiesetta tra le vigne (2017) – e da essere stato insignito cittadino onorario dal comune di La Morra (CN).

 

TORINO, GALLERIA  D’ARTE  PIRRA: INCONTRO CON LUISA ALBERT

GIOVEDI’ 6 GIUGNO 2019 –  ORE 18,30

In occasione della mostra di Luisa Albert, la Galleria d’Arte Pirra ha il piacere di ospitare una conversazione tra l’artista e Franco Fanelli, critico e docente dell’Accademia Albertina di Belle Arti. La mostra è prorogata sino a sabato 15 giugno.

GALLERIA D’ARTE PIRRA

C.so Vittorio Emanuele II, 82 – 10121 Torino – tel. 011.543393 – www.galleriapirra.it – email: info@galleriapirra.it

 

 

 

 

VOLPEDO (AL): RITORNA “SUL FIENILE”

Dal 2 al 30 giugno 2019 nello studio di Giuseppe Pellizza ritorna uno dei suoi più celebri capolavori “sul fienile” dipinto nel 1893 proprio in quel luogo

Volpedo, paese natale di Giuseppe Pellizza, in provincia di Alessandria, è teatro di un’operazione culturale dal grande significato storico e artistico.

Dal 2 al 30 giugno 2019 nello studio del pittore, donato dalle figlie al Comune di Volpedo e aperto al pubblico grazie alla Associazione Pellizza da Volpedo onlus, viene esposto Sul fienile, uno dei più importanti capolavori divisionisti in collezione privata di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907). La tela di importanti dimensioni (133×243,5 cm) torna nel luogo dove fu concepita e dipinta, riportata al suo originale splendore grazie a un attento intervento di restauro e inserita nella sua  cornice originale, assente nell’ultima delle rare esposizioni dell’opera (Torino, Gam 1999- 2000) e rimontata in occasione della mostra.

Il paese natale del pittore, in molti dei suoi scorci e nelle aperture sulla campagna, permette al visitatore di conoscere meglio lo sviluppo della vita artistica di Giuseppe Pellizza, che sempre rimase legato a Volpedo e alla natura circostante, punto di partenza per l’elaborazione della maggior parte delle sue opere. Un ulteriore spunto di riflessione deriva dalla possibilità del confronto diretto tra il Fienile del suo celebre dipinto e il luogo fisico, ovvero il fienile di casa, ancora esistente a pochi passi dallo studio.

La mostra, curata da Aurora Scotti, da molti anni studiosa dell’opera di Pellizza e autrice del Catalogo generale del pittore alessandrino, e dall’Associazione Pellizza da Volpedo, è organizzata dalle Gallerie Maspes di Milano, col patrocinio del Comune di Volpedo.

Accompagna l’esposizione, un catalogo Edizioni Gallerie Maspes contenente un saggio introduttivo della curatrice e una serie di approfondimenti sulla fortuna critica dell’opera, rimasta in una collezione privata per oltre un secolo e quindi raramente visibile, sul dibattito letterario/artistico sviluppato a partire dal tema del dipinto, sul rapporto di Giuseppe Pellizza con i luoghi volpedesi; e sui risultati delle indagini diagnostiche non invasive e del restauro,che meglio faranno comprendere l’iter creativo e la realizzazione del dipinto.

 

TORINO: PROJECT ROOM #2, “THUNDER BOOGIE”

Dal 13 giugno al 12 luglio 2019

Inaugurazione giovedì 13 giugno 2019 ore 17 – 21

Saranno presenti gli artisti

“Thunder Boogie” è il titolo della Project Room#2 in occasione della quale CRAG Gallery è lieta di ospitare il collettivo bn+BRINANOVARA, composto da Giorgio Brina (1993), diplomato in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera e Simone Novara (1994), laureato in pittura al Wimbledon College of Arts di Londra ed in architettura al Politecnico di Milano.

Dal 13 giugno al 12 luglio i visitatori avranno la possibilità di inoltrarsi in una realtà inusuale per la galleria, con un allestimento caratterizzato da un progetto ¬installativo di opere realizzate ad hoc, in dialogo con lo spazio espositivo e con al centro la figura della tigre e la sua iconografia, accompagnati dal testo di Paolo Bonacina.

Il titolo è esplicativo: la parola tigre deriva dal termine persiano che significa fulmine.

La tigre si fa pretesto narrativo per il ballo della luce a contatto con i materiali giustapposti, traendo spunto dal manto striato del felino, in un immaginario vastissimo tra popoli e mitologie. In particolare la figura della tigre viene scomposta in molteplici aspetti e dettagli, attraverso combinazioni formali e di materiali che da una narrazione esistente ci portano verso nuovi orizzonti. L’eleganza della tigre gioca a favore del tentativo di massima raffinatezza dei lavori, che non rinunciano ad una qualità empatica che ne favorisca la piacevole sintonia e interazione.

L’obiettivo della Project Room è infatti la sperimentazione e la presentazione ragionata di progetti in cui viene mostrato al pubblico come i giovani artisti lavorano e sperimentano non solo sui materiali ma anche sulle tematiche.

Nella Project Room il visitatore avrà la possibilità di esplorare diversi lavori: La paura di Narciso, Tiny Dancer, Boccadoro, O Musa, fammi provare l’ebbrezza del fulmine.

La mostra sarà visitabile nell’orario della galleria da martedì a venerdì 15,30 -19,30

sabato 10.30-13.00 / 15,30-19,30 – ogni mattina su appuntamento

CHIONO REISOVA ART GALLERY – CRAG

via Giolitti, 51 – 10123 Torino

www.cragallery.com