Chieri e l’ospedale unico dell’asl TO5. Sicchiero: “Subito un confronto con la Regione, niente campanilismi”

Alessandro Sicchiero

Il Sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero: «Approfondiamo con serietà le ipotesi in campo, non conta il colore politico del sito in cui sorgerà l’ospedale, conta farlo bene e in fretta, rispettando criteri oggettivi.»

 «Il Consiglio regionale del Piemonte con un recente Ordine del giorno ha impegnato la Giunta a rivedere lo studio sulla localizzazione del nuovo ospedale unico dell’AslTO5. Non si mette in discussione la necessità di questa importante infrastruttura sanitaria ma si chiede di rivalutare la scelta del sito, evidentemente ritenendo l’area Vadò come non idonea. Dopo cinque anni dalla firma del protocollo d’intesa con la Regione Piemonte, ora torniamo alla casella di partenza. Cinque anni che non si sarebbero persi se si fossero da subito prese in considerazione le criticità segnalate sul versante del rischio idrogeologico, oltre che ambientale (consumo di suolo). Invece, niente, eccoci di nuovo punto a capo, con il rischio di riaprire una lunga discussione tra “campanili”. Per questo, in attesa dell’esito della nuova perizia che dovrà confermare o escludere il rischio alluvionale per il sito di Vadò, ritengo urgente che i territori interessati riprendano il confronto nella sede più opportuna, ovvero l’assemblea dei Sindaci dell’AslTO5, e che subito dopo si chieda un’audizione in Consiglio regionale. Nel passato sono state avanzate diverse alternative a Vadò. Approfondiamo con serietà le ipotesi in campo, alla luce non del colore politico di chi amministra ma di parametri oggettivi che non possono che essere le caratteristiche idrogeologiche del sito, la tutela ambientale, la baricentricità geografica e i collegamenti. E, al tempo stesso, si cominci a lavorare per la trasformazione degli attuali presidi ospedalieri di Chieri, Moncalieri e Carmagnola in vere Case della Salute, strutture aperte 24h in grado di prendersi carico di tutto ciò che non è alta complessità, con punti di primo soccorso e il potenziamento della medicina territoriale e dell’assistenza domiciliare».