PIEMONTE ARTE: GIOVANNI ROMANO, CAMERA 2021, DE FORNARIS, DE CAVERO, COLORS, NICK EDEL…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

LA SCOMPARSA DELLO STORICO DELL’ARTE GIOVANNI ROMANO, ERA NATO A CARMAGNOLA.

Protagonista della cultura visiva piemontese, e non solo, Giovanni Romano è scomparso all’età di 81 anni. Nato a Carmagnola il 20 febbraio 1939, e morto lo scorso 24 dicembre, è stato uno storico dell’arte, professore emerito dell’Università degli Studi di Torino e socio dell’Accademia delle Scienze torinese, per la classe di Scienze morali, storiche e filologiche. Un’esperienza, la sua, scandita dagli studi di filologia, che ha approfondito seguendo il pensiero di Roberto Longhi, dall’impegno presso la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte e, tra le molte iniziative e mostre organizzate, la promozione del progetto di riordino della Galleria Sabauda di Torino. Autore di studi sull’arte del Rinascimento piemontese e lombardo, di ricerche sull’opera di Defendente Ferrari, Gandolfino da Roreto e Gaudenzio Ferrari e di numerosi contributi scientifici, che ha lasciato ai giovani ricercatori, Giovanni Romano ha diretto la collana editoriale “Arte in Piemonte” della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. Nel 1982 ha curato la mostra “Gaudenzio Ferrari e la sua scuola. I cartoni cinquecenteschi dell’Accademia Albertina”, corredata da un documentato e prezioso catalogo, in cui si legge: “si è scelto di esporre tutti i cartoni direttamente legati a Gaudenzio, e alla sua fortuna tra Piemonte e Lombardia, illustrandoli con una schedatura che diventasse strumento di lavoro affidabile per chi negli anni futuri, tornerà a riflettere sulla scuola pittorica vercellese (un argomento tutt’altro che esaurito)…” (Giovanni Romano). E proprio l’attuale Presidente dell’Accademia Paola Gribaudo e il Direttore Edoardo Di Mauro, hanno dedicato il nuovo e pregevole volume sui cartoni gaudenziani, edito da pochi giorni da Skira/AlbertinaPress, alla sua memoria. Ricerche, studi e pubblicazioni esprimono la passione e l’intenso dialogo tra Romano e la cultura dell’arte.

Angelo Mistrangelo

 

VENTURA, HORST E MODEL, NIEDERMAYR, PARR: LE MOSTRE PRINCIPALI 2021 DI CAMERA – CENTRO ITALIANO PER LA FOTOGRAFIA

Con l’inizio del 2021, prende avvio la nuova programmazione di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, in attesa di poter riaprire presto le porte del centro espositivo di via delle Rosine 18 a Torino e di tornare ad accogliere con entusiasmo, e in totale sicurezza, il nostro pubblico, che pur nel difficile 2020 ha superato le 30.000 presenze fisiche. Partiremo proseguendo con la mostra Paolo Ventura. Carousel, prorogata al 14 febbraio così da offrire ai visitatori qualche settimana in più per potersi immergere nei mondi immaginari creati dall’arte e dal talento di Ventura. In mostra si trova anche una serie di opere inedite, realizzate in queste ultime settimane, giunte a Torino direttamente dallo studio dell’artista.  Dal 4 marzo riproporremo il fortunato schema di CAMERA DOPPIA con due personali in parallelo, dedicate a due grandi nomi del passato come Horst P. Horst e Lisette Model, indiscutibile genio della fotografia di moda lui, ironica e dissacrante street photographer lei, attraverso un percorso espositivo che ne sottolinea similitudini e differenze. Proseguiremo dal 23 giugno con Walter Niedermayr, uno fra i più importanti fotografi italiani contemporanei, scoprendo gli ultimi dieci anni del suo lavoro attraverso i temi più ricorrenti della sua carriera: i paesaggi alpini, le architetture e il rapporto fra spazi aperti e spazi chiusi. Infine, dal 30 settembre e in occasione della prima edizione delle ATP Finals a Torino, concluderemo l’anno con una mostra personale dedicata al grande fotografo inglese Martin Parr, attento interprete del presente, che nel corso dei decenni ha ritratto la società con spietata e divertita ironia, realizzando immagini che sono diventate vere e proprie icone contemporanee. Al centro del percorso di mostra, che presenterà lo sport nella fotografia, troveremo le immagini realizzate durante numerosi incontri di tennis, fulcro di una riflessione sullo sport che Parr porta avanti fin dall’inizio della sua carriera. In parallelo, nella Project Room, proseguiranno i progetti di valorizzazione della fotografia del territorio così come il costante lavoro di promozione di giovani talenti. In contemporanea alla riapertura delle sale di CAMERA, sarà infatti visitabile la nuova mostra Roberto Gabetti fotografo, che si concentra sull’originale sguardo fotografico di Roberto Gabetti (Torino, 1925-2000), noto per il suo lavoro di ricerca e progettazione architettonica, a vent’anni dalla sua scomparsa. A Gabetti succederà l’esposizione di Nicola Lo Calzo (Torino, 1979) che esporrà i suoi lavori di documentazione su ciò che resta del colonialismo, dello schiavismo, della resistenza ad esso e dei processi che hanno portato alla sua abolizione. Si precisa che le date delle mostre sono da ritenersi indicative in base a quanto è oggi possibile ipotizzare; potranno quindi subire variazioni alla luce di eventuali nuove chiusure dei musei e dei luoghi di cultura disposte dalle autorità di governo.

Le mostre principali del 2021 di CAMERA:

Paolo Ventura. Carousel | Prorogata al 14 febbraio 2021

L’eclettica carriera di Paolo Ventura (Milano, 1968), uno degli artisti italiani più riconosciuti e apprezzati in Italia e all’estero, è al centro della mostra Carousel, a cura di Walter Guadagnini con la collaborazione di Monica Poggi. Dopo aver lavorato per lungo tempo come fotografo di moda, all’inizio degli anni Duemila Ventura si trasferisce a New York per dedicarsi alla propria ricerca artistica. Sin dalle sue prime opere unisce una grande capacità manuale a una visione poetica del mondo, costruendo scenografie all’interno delle quali prendono vita brevi storie fiabesche e surreali, immortalate poi dalla macchina fotografica. In quest’occasione le sale di CAMERA presentano alcune delle opere più suggestive degli ultimi quindici anni in una commistione di linguaggi che comprende, insieme alle fotografie, disegni, modellini, scenografie, maschere di cartapesta e costumi teatrali. Molti dei lavori presentati sono inediti o quasi mai esposti.

 CAMERA doppia: Horst P. Horst e Lisette Model | Dal 4 marzo al 13 giugno 2021

Continua l’attenzione nei confronti dei grandi nomi del passato con una doppia personale dedicata a Horst P.Horst (Weißenfels, 1906 – Palm Beach Gardens, 1999) e Lisette Model (Vienna, 1901 – New York, 1983), curate rispettivamente da Giangavino Pazzola e Monica Poggi. Lui grande genio della fotografia di moda, lei ironica e dissacrante street photographer, ancora mai omaggiata di una mostra personale in Italia, entrambi punto di riferimento nello sviluppo del proprio specifico genere fotografico ed ispiratori di intere generazioni. Totalmente opposto è l’atteggiamento nei confronti dei soggetti ritratti: se per Horst le proprie modelle rappresentano un’eleganza senza tempo, dai richiami classici e dalla bellezza statuaria, i soggetti di Model diventano caricature di sé stessi, emblema di una società goffa e decadente. A partire da un dato biografico comune – vale a dire la presenza a Parigi negli anni Trenta e la successiva fuga a New York – il percorso si concentra sulle specifiche carriere dei due artisti attraverso alcune delle opere più iconiche, accostate a immagini e progetti meno conosciuti, rivelando la ricchezza culturale dei decenni presi in esame. Le due mostre sono realizzate grazie alla collaborazione con l’Horst P.Horst Estate, Paci contemporary gallery di Brescia, la mc2gallery di Milano e la Galerie Baudoin Lebon di Parigi.

 Walter Niedermayr | Dal 23 giugno al 19 settembre 2021

Fra i più importanti fotografi italiani contemporanei, Walter Niedermayr (Bolzano, 1952) è protagonista della mostra estiva ospitata nelle sale di CAMERA, a cura di Walter Guadagnini, con la collaborazione di Claudio Composti e Giangavino Pazzola. Al centro della sua ricerca trentennale ci sono i cambiamenti apportati dall’industria del turismo di massa sul territorio alpino, raccontati con occhio analitico e con un personale uso del linguaggio fotografico. Il paesaggio è infatti frammentato in diverse inquadrature, accostate fra loro in dittici o trittici, in grado di rendere la complessità delle vedute. Attraverso l’uso della post-produzione, inoltre, le immagini acquistano un aspetto quasi evanescente, staccandosi dallo specifico contesto nel quale sono state prese per diventare riflessioni di carattere universale sul nostro approccio all’ambiente. L’esposizione presenta gli ultimi dieci anni di lavoro di Niedermayr, dal 2011 al 2021, nei quali vengono affrontati i temi più ricorrenti della sua intera carriera: i paesaggi alpini, le architetture e, in generale, il rapporto fra spazi aperti e spazi chiusi. In mostra anche una serie di inediti scatti realizzati in occasione dei lavori di recupero e risistemazione di Palazzo Turinetti da parte di Intesa San Paolo, un prezioso assaggio di un luogo destinato a diventare uno dei centri della cultura visiva torinese nel prossimo futuro.

 Martin Parr. Sports | Dal 30 settembre 2021 al 30 gennaio 2022

In occasione delle ATP Finals, che si svolgeranno a Torino dal 2021 al 2025, CAMERA ospita una grande personale del fotografo inglese Martin Parr (Epsom, 1952), a cura di Walter Guadagnini con la collaborazione di Monica Poggi. Membro di Magnum Photos e attento interprete del presente, nel corso degli ultimi decenni Parr ha ritratto la società odierna con spietata e divertita ironia, realizzando immagini che sono diventate vere e proprie icone contemporanee. Attraverso i netti contrasti di colore che caratterizzano il suo stile, ha rivelato gli aspetti grotteschi e goffi di un mondo sempre più consumista e globalizzato. Al centro del percorso allestitivo c’è il tema dello sport, con un importante focus dedicato alle immagini da lui realizzate durante svariati incontri di tennis. La riflessione su questo argomento viene affrontata ad ampio spettro, partendo da una serie di immagini in bianco e nero realizzate da Parr nei primi anni della sua carriera, fino ad arrivare ad alcune delle sue opere più celebri. Catalizzatore di emozioni collettive, lo sport ricorre spesso nella sua produzione, raccontato attraverso le divise, le coreografie e le tradizioni dei tifosi intenti a partecipare a questo grande rito collettivo. La mostra è realizzata in collaborazione con Lavazza – partner storico di CAMERA – e si pone come uno degli eventi culturali di punta dell’autunno e dell’inverno torinesi.

 

“IL MUSEO CHE NON C’È”

Esposti per la prima volta insieme, 70 capolavori della collezione De Fornaris inaugurano il nuovo Museo Virtuale della Fondazione

In quasi quarant’anni di attività nel mondo dell’arte, la Fondazione De Fornaris non ha mai potuto disporre di un proprio museo “fisico”, nel quale esporre in modo permanente la sua ricca collezione. Nasce da qui l’ambizione di progettare da zero “Il Museo che non c’è”: un innovativo museo virtuale che presenta, valorizza e rende accessibili a tutti le opere più preziose della Fondazione. Uno dei pochissimi esempi al mondo di museo non presente nella realtà, ma progettato appositamente per essere visitato e apprezzato solo sul web. La collezione De Fornaris vanta migliaia tra dipinti, sculture, installazioni e raccolte di grafica, con capolavori di autori di primissimo piano dall’Ottocento a oggi: da Hayez a Morbelli e Pellizza da Volpedo, da de Chirico a Morandi e Casorati, da Burri a Carol Rama e Paolini, fino a Merz, Pistoletto e Penone. Per statuto le opere vengono date in comodato gratuito alla GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, che le espone a rotazione e solo per periodi limitati. La Fondazione De Fornaris, presieduta da Piergiorgio Re, avrà ora un proprio museo: il progetto ha subito un’accelerazione e acquisito maggiore rilevanza durante il periodo di lockdown, che ha mutato gli scenari mondiali anche per quanto riguarda le realtà museali. Il Museo Virtuale De Fornaris è stato realizzato da Infinity Reply, società del Gruppo Reply specializzata nella progettazione e sviluppo di contenuti e applicazioni 3D interattive, con l’utilizzo di tecnologie 3D di ultima generazione. Grazie a queste, si è ricreata, in un contesto museale che richiama l’architettura della GAM, un’esperienza di visita il più simile possibile a quella reale. Le opere del museo virtuale sono presentate con criteri scientifici a cura di Riccardo Passoni, direttore della GAM e presidente della Commissione Artistica della Fondazione De Fornaris. “Oggi le nuove tecnologie sono sempre più al servizio dell’arte. Per noi rappresenta quindi un grande motivo di orgoglio inaugurare un innovativo museo virtuale, “Il Museo che non c’è”, grazie al quale la Fondazione De Fornaris potrà presentare la sua prestigiosa collezione al mondo – dichiara il presidente Piergiorgio Re – Si permetterà così a studiosi e appassionati di scoprire anche da remoto i suoi capolavori grazie all’utilizzo del 3D e della realtà virtuale”. Sono 6 le sale visitabili dagli utenti, che possono accedere al Museo attraverso un vero e proprio atrio e ammirare anche le opere poste all’esterno dell’edificio, come In limine di Giuseppe Penone. La Sala 1 è un omaggio al mecenate, artista e collezionista Ettore De Fornaris e racchiude una serie di opere a lui appartenute, tra cui Novembre di Antonio Fontanesi. La Sala 2 è dedicata all’Ottocento e ai primissimi anni del Novecento e comprende opere come L’Angelo Annunziatore di Francesco Hayez e L’Amore nella vita di Giuseppe Pellizza Da Volpedo. La Sala 3 si concentra sui protagonisti dell’arte italiana della prima metà del Novecento e avvia il percorso con una serie di ritratti femminili pre-futuristi di Balla e Boccioni. Nella Sala 4 si vedono esempi significativi della pittura torinese tra le due guerre, con dipinti di pittori come Felice Casorati, Carlo Levi e Francesco Menzio. La Sala 5 presenta 11 opere dei maggiori artisti del Novecento, tra cui Bianco di Alberto Burri e Natura Morta di Giorgio Morandi. La Sala 6 è stata infine ideata per dare risalto a momenti salienti dell’arte contemporanea, dal 1960 a oggi: dal concettuale Giulio Paolini, allo sperimentatore Aldo Mondino, agli esponenti dell’arte analitica Marco Gastini e Giorgio Griffa. Tutti i dipinti sono visibili in alta definizione e le sculture esplorabili a 360 gradi: ogni opera è descritta nei dettagli e alcune di esse sono dotate di hotspot che forniscono approfondimenti sui singoli particolari dell’opera stessa. “Il Museo che non c’è” non è una costruzione statica: potrà infatti essere implementato in futuro con nuove sale per ospitare altre parti della collezione.

Si accede al “Museo che non c’è” attraverso il sito della Fondazione De Fornaris www.fondazionedefornaris.org, oppure scaricando l’App “Museo Virtuale De Fornaris” dall’App Store o da Google Play. È anche possibile esplorare il museo scaricando l’applicazione di Oculus dal sito della Fondazione per vivere un’emozionante esperienza immersiva in 3D, attraverso il visore per la realtà virtuale Oculus Rift.

 

POLO DEL ‘900: 75 ANNI DOPO. LA LIBERAZIONE DI TORINO NELLE FOTOGRAFIE DI FELIX DE CAVERO

Verso una mostra – anteprima

Polo del ‘900, Palazzo San Celso, corso Valdocco 4A – Torino

martedì-domenica, ore 10-18

A settantacinque anni di distanza ritornano – o meglio ritorna la presenza di un artista – le immagini scattate dal pittore Felix de Cavero nel corso della sua esperienza partigiana. Un ritorno: i torinesi dell’agosto 1945 videro qualche fotografia esposta nella prima mostra della Resistenza che de Cavero aveva allestito su incarico del Comitato di liberazione nazionale. L’attuale esposizione avrebbe dovuto inaugurare il 25 aprile 2020 in occasione dell’anniversario della liberazione di Torino, la pandemia lo ha impedito. Gli organizzatori la ripropongono ora, con un’anteprima in attesa che il pubblico possa accedere alla sala espositiva. L’anteprima virtuale si può  seguire su YouTube al link

https://www.youtube.com/watch?v=4AS7sHwy24A

Mostra a cura di Luciano Boccalatte e Paola Boccalatte con la collaborazione di Paola de Cavero.

Le fotografie esposte provengono dall’Archivio privato Paola de Cavero, notificato dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica per il Piemonte e la Valle d’Aosta. La mostra presenta la serie di immagini scattate dal pittore nei giorni della liberazione di Torino. È parte della produzione di de Cavero, tra i rari fotografi della Resistenza, di un eccezionale corpus di diverse centinaia di fotogrammi: con la sua Leica 1:1,2 egli ha colto con l’occhio attento e partecipe dell’artista volti, momenti e avvenimenti della vita partigiana nelle Langhe fino alla discesa su Torino nell’aprile 1945. Fotoreporter nel comando della XIV divisione Garibaldi, comandata da Marco Fiorina, Kin, nelle immagini è percepibile quanto la formazione d’artista abbia influito sulla sua visione dietro l’obiettivo. Basta osservare l’attenzione alla composizione del fotogramma, la capacità di cogliere, con senso squisitamente pittorico, volti, gruppi, folle, atmosfere che emergono spesso da un particolare che ha attirato la sua attenzione. La sensibilità al paesaggio, qui appena percepibile in alcuni fotogrammi, è evidente nella serie scattata nelle Langhe, di cui è presentato solo qualche esempio. Nell’intento di rendere evidente queste qualità, si è scelto di non procedere a una selezione di fotografie, ma di presentare nella totalità la sequenza delle immagini così come sono state scattate, offrendo al visitatore una serie ininterrotta. Scorrono così sotto gli occhi in successione la presenza in città della XIV divisione, l’unica e drammatica sequenza conosciuta e individuata dell’esecuzione di un cecchino, i funerali partigiani del 30 aprile, la sfilata conclusiva del 6 maggio e la smobilitazione della divisione a Villa Lovera sulla collina torinese. L’attuale esposizione vuole essere un primo passo per diffondere presso un pubblico più vasto l’intera opera fotografica, a partire dalla più consistente serie di immagini delle Langhe, di un artista della Resistenza.

“Così anche l’avventura estrema della guerra di Liberazione Felix l’ha vissuta tutta interiormente, non già negandosi al dover esserci ma riconducendolo cioè concentrandolo nell’atto della testimonianza. Straordinaria testimonianza di un’epoca tremenda, filtrata dalla pietà e dalla macchina fotografica”

Pino Mantovani, 1996

In occasione della mostra viene esposto in permanenza il ciclo di opere di Paola De Cavero, figlia di Felix, artista e docente emerita dell’Accademia Albertina di Torino, Il teatro della guerra, dalla Resistenza agli anni di piombo. Le opere sono visibili nella sala Memoria delle Alpi, presso la sede dell’Istituto (via del Carmine 13, Torino).

 

COLORS-ALLA RICERCA DEL COLORE FRA MUSICA E ARTE

Dall’8 gennaio al 5 giugno 2021

Anche quest’anno, per il terzo anno consecutivo, Fondazione Torino Musei, OFT – Orchestra Filarmonica di Torino e Abbonamento Musei propongono il progetto di collaborazione che avvicina il pubblico dell’arte a quello della musica e viceversa. Ogni venerdì e ogni sabato precedente i concerti del martedì, i musei organizzano una visita guidata che si ispira alla tematica – COLORS – proposta dall’Orchestra Filarmonica, in un curioso e stimolante intreccio di linguaggi artistici e suggestioni provenienti da ambiti culturali differenti. Proprio il concetto di colore è il fil rouge che unisce i nove concerti della stagione 2021 della prestigiosa Orchestra Filarmonica di Torino e il ciclo di visite a essi ispirato proposto a rotazione dai tre musei cittadini, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, MAO Museo d’Arte Orientale e Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica. Così come per i concerti proposti dalla Filarmonica che, se nei giorni di programmazione le sale e i teatri non fossero aperti al pubblico a causa dalle norme anti Covid-19 saranno trasmessi in streaming, allo stesso modo i percorsi guidati saranno offerti in duplice forma: solo in digitale se il museo è chiuso oppure in digitale e presenza se il museo è aperto. In questo modo saranno disponibili tre appuntamenti per ogni concerto. L’iniziativa è su progetto dei Dipartimenti Educazione della Fondazione Torino Musei e di Abbonamento Musei. Le visite sono condotte da Theatrum Sabaudiae.

Visite guidate a pagamento:

Venerdì precedente ore 21.00 percorso in digitale. Costo 8€ intero; 7€ ridotto (abbonati OFT e possessori di Abbonamento Musei)

Sabato precedente ore 16.00 percorso in presenza. Costo 5€ tariffa unica (attivato solo se il museo è aperto) + biglietto di ingresso al museo secondo regolamento

Sabato precedente ore 18.30 percorso in digitale Costo 8€ intero; 7€ ridotto (abbonati OFT e possessori di Abbonamento Musei)

Info e prenotazioni: tel 011 5211788, oppure scrivendo a info@arteintorino.com

Acquisto on-line: https://www.arteintorino.com/2-visite-guidate-torino/162-connessioni-d-arte.html

Le visite saranno attivate a raggiungimento di un numero minimo di partecipanti

Maggiori info su

www.oft.it

www.fondazionetorinomusei.it

www.abbonamentomusei.it

https://www.arteintorino.com/

PRIMO APPUNTAMENTO:

 Venerdì 8 gennaio ore 21.00 (percorso in digitale)

Sabato 9 gennaio ore 18.30  (percorso in digitale)

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea

RED. Energia, vitalità e passione nell’arte

Il primo appuntamento musicale dell’Orchestra Filarmonica di Torino s’intitola Red. Il colore rosso non passa inosservato ed esprime una pluralità di significati, che andremo a indagare attraverso un percorso tra le opere della rinnovata collezione del Novecento. Il rosso come passione, sperimentazione, violenza, sensualità sarà dunque esaminato nelle sue tonalità e gradazioni attraverso esempi importanti tra i quali la Ragazza Rossa di Amedeo Modigliani, Le basier di Francis Picabia, Apocalisse di Scipione o l’insolito omaggio di Pino Pascali alla cantante afroamericana Billie Holiday.

 

NICK EDEL, “INCONTAMINATI SPAZI”

 

FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO: LABORATORIO – MUSEO PER UN GIORNO!

A cura del Dipartimento educativo della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, in collaborazione con FORMA Onlus – Fondazione Ospedale Infantile Regina Margherita

Il progetto coinvolge un primo piccolo gruppo di ragazzi e ragazze tra i 12 e i 14 anni e le loro famiglie in un ciclo di incontri on-line.

La casa diventa museo per un giorno!

Con Ilaria, Andrea, Alessandro, Annamaria, Albert, le loro famiglie e i volontari del Regina Margherita abbiamo iniziato a progettare l’allestimento di piccole mostre domestiche (in camera, in salotto, sulla scrivania, dentro l’armadio!) che raccolgono collezioni private, ricordi, disegni, oggetti quotidiani, reperti naturali, fotografie. L’esperienza di allestimento (scegliere cosa esporre, appenderlo o posarlo su una base, scegliere un titolo, scrivere la didascalia o il comunicato stampa, progettare il manifesto della mostra ecc.) è un esercizio importante per imparare a raccontare e condividere.

Grazie alla nuova mappa gioco digitale del museo abbiamo esplorato la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, scoperto la sua storia, chi ci lavora e che cosa è esposto.

 

IL LIBRO: UNA RACCOLTA DI SCRITTI E RIFLESSIONI PER ALFONSO DI GIOVINE 

L’ampio panorama delle edizioni Franco Angeli di Milano, si arricchisce del libro “Per un costituzionalismo esigente”, Scritti in onore di Alfonso Di Giovine, a cura di Alessandra Algostino, Fabio Longo, Anna Mastromarino e Diletta Pamelin, dicembre 2020, in copertina l’opera “Segno” di Maria Rosa Benso. Attraverso 328 pagine si snoda il suo percorso istituzionale, culturale e umano, che i curatori hanno puntualmente descritto in questo volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino: “Nel rendere omaggio ad Alfonso Di Giovine, non possiamo non muovere da una considerazione: la difficoltà di scindere lo studioso dalla persona. Non basta riferire della sua intensa attività scientifica: essa si specchia, infatti, coerentemente, nel suo modo di rapportarsi dentro e fuori l’accademia”. Un rapporto che caratterizza le osservazioni del “maestro che ritrovi nei libri” e le sue ricerche sui temi cari del Diritto costituzionale italiano e comparato, che ha insegnato alla Facoltà di Scienze Politiche. Professore emerito di Diritto costituzionale comparato dell’Università di Torino, Alfonso Di Giovine unisce agli studi sugli ordinamenti giuridici una serie di personalissimi interessi che vanno dal cinema d’autore al mondo dell’arte. Il libro restituisce la sua esperienza, tra ricerca scientifica, quotidianità rivelata e la redazione di saggi sulle riviste di settore come “Laicità e immanentismo nel pensiero di Norberto Bobbio” in Democrazia e Diritto, o “Laudatio del prof. Leopoldo Elia” per Teoria politica. Nelle pagine del libro si coglie il senso di una ricerca che si consolida nel suo studio, circondato dagli scaffali affollati di volumi, fascicoli, relazioni e copie, “per i giovani e i meno giovani lettori”, delle “Lezioni di diritto costituzionale comparato”, edito da Le Monnier Università, e pubblicato insieme a Alessandra Algostino, Fabio Longo e Anna Mastromarino. Mentre il presente volume, restituisce riflessioni e momenti di una stagione culturale torinese, e non solo, delineata, talora con curiosi episodi, dai colleghi e amici di una vita: da Ersilia Alessandrone Perona a Roberto Cavallo Perin, da Mario Dogliani a Franco Pizzetti, Stefano Sicardi e Gustavo Zagrebelsky. E ancora, s’incontrano le sezioni che racchiudono i capitoli “Manifestazione del pensiero e informazione tra libertà e potere”, “Rappresentanza parlamentare e sistemi politici” e “Forme e fonti della democrazia”, sino a “Democrazia costituzionale e disincanto», “Forme di governo” e “Laicità”. In tale angolazione, emergono gli aspetti di un impegno mai venuto meno nel corso degli anni, che trova continui riferimenti e connessioni con la comunità scientifica e gli “studiosi più giovani”. Il suo stile, sottolineano i curatori, “è inconfondibile: nella parola come nello scritto lo spessore della riflessione, espressa sempre in forma acuta, tagliente, talora intrasigente, colpisce l’uditore e affascina il lettore (…) Nulla è lasciato al caso nel lavoro scientifico di Alfonso: né quando prende la parola, né quando scrive, sempre con la stessa passione, sempre con la stessa onestà intellettuale”. La pregevole raccolta di testi, lega indissolubilmente l’insegnamento accademico alla sua profonda indagine intorno alle trasformazioni sociali e politiche del nostro tempo.

Angelo Mistrangelo