CHEERLEADING: UNO SPORT … SPETTACOLARE

ALCUNE DOMANDE A FEDERICA ROSSI

In quest’articolo vi parlo di una disciplina, o meglio di uno sport che forse non molti conoscono … il Cheerleading. Quando tempo fa, l’ho sentito nominare per la prima volta, mi sono subito venute in mente le bellissime coreografie delle cheerleaders, viste però solo sugli schermi di film anglo-americani, oppure l’immaginazione creativa, mi permetteva di fantasticare ragazze con pom-pon pronte a esibirsi all’apertura di un torneo di baseball in un campus americano, scene descritte su qualche libro noir che ogni tanto mi accingo a leggere nel periodo estivo. Sbagliavo però … questa fantasia di ragazze che “ballano” al ritmo di una non ben specificata musica, si è completamente ridimensionata quando, qualche anno fa, al corso di perfezionamento di Psicologia dello Sport, ho conosciuto Federica Rossi, Coach di Cheerleading e Performance Cheer Coach del Team Italy Performance Cheer. Nell’anno scolastico concluso da poco, una mattina, ho avuto una supplenza in una classe nel liceo dove ho prestato servizio, e chiedendo ai vari componenti della classe la classica domanda “Pratichi qualche sport”, una ragazza mi ha risposto “faccio Cheerleading” al che mi è subito tornata in mente Federica, e menzionandola ho poi scoperto che è l’allenatrice di questa studentessa. Meravigliata, la ragazza mi ha risposto che sono in pochi a conoscere questa disciplina, ed era visibilmente contenta quando mi ha risposto “Prof! Dai lei consoce questo sport!”. Questo sport, nasce negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo, a quanto pare da un ragazzo, studente del New Jersey, per incitare gli atleti delle varie squadre durante le competizioni sportive e si è evoluto nel tempo, diventando a oggi un mix che combina elementi di ginnastica artistica, acrobatica e danza. Ho posto proprio a Federica Rossi, esperta e tecnica del Cheerleading, e psicologa (psicologa dello sport), alcune domande per conoscere meglio questa disciplina, e ovviamente sono felice di poter condividere con voi lettori, le sue risposte.

  • Federica, come hai scoperto questo sport? Quando hai iniziato a praticarlo?

Ho sempre praticato danza fino a quando in prima superiore ho conosciuto una ragazza appassionata di Football Americano, ho iniziato ad assistere a qualche partita ed è nata la possibilità di creare un gruppo di tifo ispirato alle cheerleaders americane. All’inizio era quasi un gioco, poi abbiamo scoperto l’esistenza di una federazione apposita e da lì è cambiato tutto. Abbiamo fatto dei corsi, ci siamo formate, allenate tanto e cresciute piano piano.

  • Come definisci tu il Cheerleading?

Il Cheerleading combina elementi di diversi sport tra cui danza, ginnastica ed acrobatica, ma c’è un ingrediente che lo rende unico: la squadra. In questo caso, più la squadra è numerosa, più la routine diventa spettacolare, ricca di effetti visivi. Grazie alla varietà di ruoli presenti in una squadra di Cheerleading, qualsiasi caratteristica fisica trova la sua collocazione, rendendolo uno sport adatto a tutti.

  • Raccontaci qualcosa a riguardo della Federazione e dei mondiali

Io faccio parte di FICEC, alla quale nel 20018 è stata assegnata la membership completa ed esclusiva per l’Italia da ICU. Ho avuto l’onore e il privilegio di allenare il Team Italy di Performance Cheer che ha partecipato ai mondiali di Orlando nel 2019. Penso che sia stato uno dei percorsi più belli della mia vita, un’esperienza indimenticabile per tutte le ragazze. Ci siamo allenate duramente per un anno e quando siamo atterrate negli USA sembrava tutto surreale, un intero mondo dedicato al Cheerleading, stupendo.

  • Acrobatica, danza, ginnastica artistica: tutto in uno. Quali qualità deve avere una cheer leader per praticare questo sport?

La pazienza e la dedizione. Ci vogliono numerosi tentativi per imparare ad eseguire un elemento tecnico e ne sono necessari numerosi altri per riuscire ad eseguirlo in sincronia con altri atleti. Le sessioni di allenamento sono lunghe e faticose, non è insolito prendere “botte”, sia se vieni lanciato, sia se devi riprendere, c’è molto contatto fisico fra gli atleti. Anche le competizioni sono un momento stressante, hai solo 2 minuti e 15 secondi per dimostrare il lavoro di un anno intero, hai una sola possibilità di fare bene.

  • Da psicologa dello sport quanto è importante la coesione di gruppo per raggiungere una buona prestazione?

Assolutamente fondamentale. La squadra deve entrare in campo come fosse un unico atleta. Inoltre, per eseguire lanci, piramidi e stunt è necessario avere molta fiducia nei propri compagni; quando non c’è fiducia diventa uno sport pericoloso. Gli allenatori di Cheerleading sono ben addestrati a creare un buon clima, è prassi comune fare attività di team building nel corso dell’anno sportivo.

  • Cheerleading e Olimpiadi: un sogno oppure una realtà possibile?

Le Olimpiadi sono sicuramente un grande sogno ma anche una realtà possibile. Infatti, recentemente l’ICU (International Cheer Union) è stata ufficialmente confermata come membro effettivo del Comitato Olimpico Internazionale, quindi in un futuro non troppo lontano potremmo riuscire a vedere qualche cheerleaders sotto i cinque cerchi.

Ringrazio Federica Rossi per averci fatto conoscere un po’ più da vicino questo fantastico mondo, ricco di grandi soddisfazioni ma anche di sacrifici, dedizione, cura del particolare, allenamenti lunghi e faticosi, dove gli atleti devono necessariamente sviluppare una grande fiducia reciproca, nella speranza che anche per questo sport si accenda presto il sacro fuoco di Olimpia.

Roberta Benedetta Casti

docente di Scienze Motorie e sportive, Psicologa dello sport