CURIOSITA’ CHIERESI – Una porta che racconta.

Grazie alla sensibilità della proprietaria un’antica porta settecentesca, in via San Pietro, a Chieri, è stata oggetto di un’importante manutenzione che l’ha preservata dall’oblio.

Si tratta di uno dei due battenti della chiesa di Sant’Andrea, che sorgeva all’angolo tra via Tana e via San Pietro, oppure del suo attiguo monastero. Sui suoi quattro pannelli è scolpito lo stemma recante la croce a X, che ricorda la croce su cui fu martirizzato Sant’Andrea. È l’unica “reliquia” ancora visibile di quella magnifica chiesa con parte del suo monastero sciaguratamente demoliti e fu modificata e riutilizzata come nuova porta nell’unica manica del monastero ancora esistente lungo via San Pietro, composta ora da edifici frazionati e pesantemente modificati. In questa zona, ora apparentemente anonima, si può raccontare una delle pagine di storia di Chieri: qui sorgeva anche, sin dal 1461, la chiesa di San Pietro, dove dal 1577 al 1678 aveva sede la Confraternita della Misericordia, che assisteva i carcerati; nel monastero di Sant’Andrea visse, dal 1763 alla sua morte avvenuta il 22 agosto 1767, la Principessa Maria Ludovica di Savoia, figlia del re Carlo Emanuele III. Per permetterle di vedere, affacciandosi a una finestra del monastero, il passaggio della Processione del Corpus Domini venne, con supplica e decreto, mutato l’antichissimo percorso della processione che prevedeva un altro tragitto.

Anche una porta può essere spunto per raccontare la nostra storia.

Roberto Toffanello