PIEMONTE x CURIOSI – Il Diavolo a Torino: storia del “boom” di possessioni demoniache

Torino è nota per essere la Città Magica, ma c’è stato un periodo in cui si credeva che fosse abitata dal Diavolo…

 

 

Il Diavolo a Torino storia del boom di possessioni demoniache

La città di Torino è nota per essere il vertice della magia bianca con (Praga e Lione) e della magia nera (con Londra e San Francisco), ma c’è stato un periodo in cui si credeva che fosse abitata dal Diavolo. Come mai il capoluogo sabaudo è stato spesso considerato come una città “satanica”? Probabilmente a causa dei fatti avvenuti nel Risorgimento. In quell’epoca il governo piemontese lasciò libertà di culto ai gruppi religiosi e “magici” alternativi alla Chiesa, al fine di ostacolare il potere del Papa. Queste voci, però, arrivarono fino ai tempi moderni, culminando con una serie di fatti di cronaca alquanto inquietanti avvenuti all’inizio degli anni Ottanta. Tra il 1981 e il 1983 uno studio condotto dall’Università di Torino scoprì che in città ci furono ben 1350 casi di possessione demoniaca. Nella maggior parte si scoprì che si trattava di disturbi psichiatrici, paranoie, crisi nervose e malattie. Di questi, infatti, solo 16 casi furono ritenuti “possibili”.

 

 

Il carnevale del Diavolo del 1983 e l’incendio di Piazza Statuto a Torino

L’apice di queste voci arrivò nel febbraio del 1983. In quell’anno il Comune pensò di organizzare un evento a tema chiamato “il carnevale diabolico“. Il giorno seguente, il 13 febbraio, si verificò un incendio nel cinema Statuto che provocò un numero di vittime curiosamente simmetrico: 31 uomini, 31 donne, 1 bambino e 1 bambina per un totale di 64, il numero delle caselle della scacchiera del Diavolo. Gli appassionati di esoterismo notarono altre due coincidenze: il giorno della tragedia portava il numero 13, che corrisponde alla carta della Morte sui Tarocchi. In più, il film in programmazione si intitolava “La capra“, considerata da sempre il simbolo del Diavolo.

 

I furti sacrileghi

Dopo la tragedia del 1983 molti residenti di Torino cominciarono ad andare in psicosi dopo che il 26 giugno 1984 il cardinal Anastasio Ballestrero denunciò apertamente i furti sacrileghi di ostie consacrate ed il proliferare di rituali per adorare il Diavolo all’interno della città. «A Torino le sacre specie si profanano. Qui, nella nostra città, i riti satanici della profanazione dell’Eucarestia si ripetono — è orrendo a dirsi — c’è chi fa delle specie eucaristiche profanate !a testimonianza resa a degli scellerati di aver tradito Cristo e di essersi consegnato a Satana», affermò all’epoca il cardinal Ballestrero. Il fatto venne commentato anche dal teologo domenicano Giacomo Grasso. «Stupito? No, affatto. Che ci siano messe nere e riti satanici è un fatto. E che ci siano, e In crescita, furti di ostie consacrate è una realtà», affermò. “Non di ieri, ma di anni. C’è chi dice che a Torino e nelle altre città italiane esistano migliaia di gruppuscoli che si dedicano a questo tipo di riti. Torino capitale dell’esoterismo? È probabile. Ma è sicuro che in città gli «attentati alle ostie» abbondano”, commentò il giornalista.

L’arrivo dei nuovi esorcisti per scacciare il Diavolo da Torino

Poco tempo dopo, però, il cardinale autorizzò ben sei nuovi sacerdoti esorcisti solo per la città di Torino. Questo creò ulteriore preoccupazione perché all’epoca in tutta l’Italia si poteva trovare un solo prete esorcista per ogni regione. Il vicario generale dell’arcivescovo, monsignor Franco Peradotto, spiegò il motivo del numero insolito di esorcisti: prima di tutto dovevano sostituire i sacerdoti precedenti, ormai troppo anziani. Inoltre, si scelse un numero così alto proprio per fare chiarezza sul fenomeno in aumento e soddisfare le richieste dei fedeli. La verità di quegli anni fu una semplice esaltazione di bizzarri fenomeni, con un’eco mediatica troppo marcata che provocò dei racconti “esagerati” degli eventi.

 

Ilaria Rosella Pagliaro