ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati

DEDICATO A MOZART – Il Pomo d’Oro. ospite dell’associazione I Concerti del Lingotto è stato fondato nel 2012 e si è presto affermato come un ensemble di eccezionale qualità nel campo della performance storicamente informata. Vanta una vasta attività concertistica internazionale e trentacinque registrazioni molte delle quali premiate. Il nome Pomo d’Oro si riferisce all’opera di Antonio Cesti (1666), scritta per le nozze dell’imperatore Leopoldo I° e Margherita Teresa si Spagna. Ammirata tra gli spettacoli più sfarzosi e costosi con 24 diverse coreografie,  un balletto di 300 cavalli, 49 cantanti, uno spettacolo pirotecnico di 73 mila razzi. Insomma, il  culmine dello splendore di una corte europea. L’opera narra Il Pomo d’Oro, la storia del giudizio di Paride. Gli dei chiedono al principe troiano Paride di decidere quali delle dee Venere, Giunone e Pallade (Minerva) sia la più bella e quindi meritevole della Mela d’Oro della Discordia. Il premio va a Venere. Le due vinte cercano di vendicarsi e quando Giove decide di porre fine alla discussione, si rivolge al pubblico e assegna la Mela d’Oro all’imperatrice Margherita Teresa. Il Pomo d’Oro, diretto da Maxim Emelyanchev, propone un concerto monografico dedicato a Mozart. La sinfonia in la maggiore K. 201 rappresenta un’indubbia svolta all’interno della produzione del Salisburghese e segue un progressivo allontanamento  dal gusto italiano. Wolfgang  s’ispira, soprattutto, al  carattere eclettico del bitematismo, alla solida costruzione e ai sofisticati impasti timbrici dell’anziano Haydn. Tuttavia, il modello viene rielaborato, prendendo distacco dagli obiettivi  decorativi e di intrattenimento del genere sinfonico. In chiusura di serata la celebre Sinfonia in sol minore K. 550 vista come una sorta di testamento spirituale dove la fusione tra stile dotto e galante rimane in penombra. I gesti retorici sono banditi a favore del contenuto drammatico. Un capolavoro di inquieta serenità serrata in una straordinaria coerenza strutturale, unità tematica e magistero compositivo. Al centro della serata il Concerto in do maggiore K. 271a  scritto per l’oboista Giueppe Ferlendis., lavoro che ha una freschezza e una spigliatezza dove il gusto mozartiano domina in piacevoli e brillanti cadenze, sempre nel rispetto della musica d’intrattenimento secondo quel classicismo inimitabile che appartiene solo al compositore di Salisburgo. Solista il russo Ivan Podyamov, pima parte della Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam e con esperienze lavorative  nella Mahler Chamber Orchestra diretta da Claudio Abbado.

Torino, Auditorium “Agnelli” del Lingotto

Associazione I Concerti del Lingotto

Martedì 7 febbraio, ore 20,30

IL POMO D’ORO diretto da MAXIM EMELYANCHEV, solita IVAN PODYAMOV