LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di EDOARDO FERRATI. LA MUSICA NELLA PITTURA DI FELICE CASORATI-

(nota di prefazione: il presente scritto è costituito da rapide note stese in occasione della visita alla mostra Il concerto della pittura, una antologica di ottanta lavori di Casorati a  Villa Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo

Dette note sono il risultato di una  lunga osservazione che ha condotto a intuizioni e sensazioni senza nulla togliere alla competenza degli storici dell’arte. Quattro sono i quadri  su cui ho focalizzato l’attenzione e a ognuno dei quali ho abbinato la voce Pentagramma con musiche del ‘900. Una sorta di esercizio mentale che  mi ha stimolato).

 

Dopo l’importante mostra “Felice Casorati. Collezioni e mostre tra Europa e Americhe” alla Fondazione Ferrero di Alba (19 ottobre 2014-1° febbraio 2015). Un’altra occasione d’incontro con l’artista piemontese è la rassegna “Il concerto della pittura” a Villa Magnani-Rocca situata a Mamiano nella frazione di Traversetolo a pochi chilometri da Parma, la splendida magione  dello scrittore ,storico dell’arte e musicologo Luigi Magnani e della moglie Eugenia Rocca, oggi sede della Fondazione a loro intitolata con lo scopo di sviluppare promozioni dedicate  al mondo dell’arte, della musica e della letteratura.La villa meriterebbe una visita solo per la ricca collezione d’arte, iniziata dallo stesso Magnani, dove si ammirano, tra l’altro, opere di Tiziano, van Dyck Rubens, Durer, la pittura del ‘900 italiano con De Chirico, Carrà, Morandi, nonché gli impressionisti francesi con  Cézanne. Monet, Manet e alcune sculture di Canova.  Prezioso l’arredo delle  sale  con lavori di Piranesi e di ebanisti francesi.

Quanto mai più appropriato il titolo della mostra “Il concerto della pittura”. Lo stesso Casorati, ormai affermato,  racconta come nacque la sua passione per la musica che fu improvvisa senza alcuna giustificazione, Purtroppo la sua gracile costituzione e una grave malattia nervosa ,su consiglio dei medici, lo allontanarono dalle ore estenuanti di esercizi  a cui si dedicava con furia al pianoforte. Il padre di Felice, per consolarlo,  gli regalò una grande scatola di colori. Il demone della pittura lo prese e non l’ abbandonò più.

Casorati pittore non trascurò mai il quotidiano esercizio sul pianoforte e nei suoi quadri non mancano numerosi riferimenti alla musica : La musica in Casorati fu in realtà consuetudine dell’esistenza e insieme segreta identità e matrice stilistica affermano i curatori della mostra Giorgia Bertolino, Filippo Busca, Mauro Carrera e Daniela Ferrari autori dei saggi che accompagnano  il ricco catalogo. La mostra propone anche un corpus dei bozzetti scenografici realizzati per gli spettacoli al Teatro alla Scala.

Il visitatore si trova quindi ad ammirare la ricerca casoratiana nelle sue componenti quali l’equilibrio dei toni, i timbri  cromatici, il ritmo della luce e la purezza dei volumi. L’occasione della mostra sul pittore novarese consente anche uno sguardo, al secondo piano della villa, l’omaggio a Federico Fellini nel trentennale della morte. Qui l’allestimento è suggestivo con il dipinto intitolato “Le due sorelle. Libro    aperto e libro chiuso”  inquadrato in una sequenza nodale del film “La dolce vita” (1960).

Il visitatore esce dalla villa letteralmente avvolto da una sorta di fascino  misterioso entro cui si percepiscono rispondenze intime immerse in un’atmosfera rarefatta. In sostanza la musica è vista  come incessante studio, ricerca e come confronto con l’antico.  Alla conclusione della visita non resta che una rilassante passeggiata  nel parco, disseminato di monumentali alberi e splendidi pavoni  dagli sgargianti colori in libertà.

CONCERTO (1924) – Questa tela su tavola venne subito recepita dalla critica come un capitolo basilare della lettura delle cadenze casoratiane. Un gruppo di sei nudi femminili quattro in primo piano e due sullo sfondo.  “Concerto” assomiglia a una danza, dove è presente  una perfetta tensione tra  corpo e musica.. L’atmosfera è metafisica, quasi misteriosa, mentre la tavolozza è chiara, luminosa. Colui che osserva ha così modo di cogliere un’attento equilibrio tra i valori cromatici, tonali e luminosi.

Pentagramma– Igor Stravinskij, Concerto per pianoforte e archi. Spesso il maestro russo è stato

paragonato a Picasso per la capacità di rigenerarsi in modo periodico, una personalità che troverà sempre una svolta improvvisa a un nuovo percorso. Il Concerto, (1923) denuncia ritmi rigidi con rimandi a stili del passato, solo per scoprire che esso non esiste più ed è privo di vita.. C’è anche un qualcosa che fa pensare alle piazze metafisiche di De Chirico dipinte in quegli stessi anni.

NATURA MORTA O MANICHINI (1924)- Olio su tela costruito su una sottile  luce dove le due teste s’incontrano nello specchio alle loro spalle. Il riflesso è il veicolo  che muove il congegno  pittorico: le due teste femminili in legno dipinto  assomigliano a uno strumento musicale e sono collocate su un tavolo accanto a uno specchio che duplica  la messa in posa. Siamo al cospetto di una allegoria della pittura e della natura morta, vista sempre da Casorati come l’interpretazione di un ritratto delle cose.

Pentagramma- Darius Milhaud, “Le boeuf ur le toit”, balletto esguito a Parigi nel 1920, trae spinto da uno opuscolo dal titolo  “Le coq e l’Arlequin” (“Il gallo e l’Arlecchino”) dove Jean Cocteau  esprime pensieri brillanti e osservazioni impertinenti sull’arte in generale e sulla musica in particolare. Il balletto è elegante , una sorta di fantasia cinematografica su arie sudamericane. Va apprezzato se si mette fuori ogni pruderie di matrice intellettualistica.

 

RITRATTO DEL M° ALFREDO CASELLA (1926)- Casella, coetaneo di Casorati, studiò a Parigi e promosse la modera musica italiana. Casorati lo ritrae quando il musicista viveva  Roma.. La

posizione è compunta, rigida, immobile. La regia è molto attenta. Il libro dall’intensa tonalità blu cerulea e in n posizione verticale. Analogo anche il piano d’appoggio  dal tono omogeneo. Per questo ritratto donò al pittore la partitura manoscritta del Concerto Romano (1926). La loro amicizia proseguirà nel tempo con la realizzazione nel 1947 della scenografia per l’opera “La donna serpente” alla Scala.

Pentagramma- Bela Bartok, Rapsodia n. 1 per   violino e pianoforte, dedicata al grande violinista magiaro Jozef Szigeti e scritta nel 1928 dove la melodia popolare viene plasmata con grande libertà ritmica, armonica e timbrica mentre il colore  trova una psicologia personale, aperta a tratti  all’esperienza dell’espressionismo.

 

BEETHOVEN (1928)- Opera considerata come uno dei punti chiave della poetica di Casorati, una sorta di enclave che raccoglie l’essenza dei temi di Casorati e delle atmosfere a lui più care. Un siignificato simbolico , con un valore evocativo. La sintesi cromatico-compositiva raggiunge un’essenzialità nell’uso della tavolozza. Tutto è collocato in un contesto  razionale che scandisce  pieni e vuoti.. Anche qui la percezione dello spazio ha sapore metafisico, Unico riferimento a Beethoven è lo spartito appoggiato  sullo sgabello.

Pentagramma- Arnold Schoenberg, Kammersymphonie n. 2 in si bemolle maggiore op. 38. Emerge la lunghezza di alcune melodie delle sonorità, nelle combinazioni contrappuntistiche e dei motivi. Sono presenti anche segni premonitori del futuro ,  ossia  alla svolta definitiva  della dodecafonia  (uso costante  di una serie di dodici note diverse secondo un criterio antitradizionale  di organizzazione  della materia sonora). L’op. 38 potrebbe essere considerata uno studio  alla variazione di matrice  brahmsiana su una forma di tecnica dodecafonica.