Chieri. I No Tangest: “Siamo contro la Gronda Est, quindi l’uscita autostradale a Masio non va perchè…”

“Servono soluzioni alternative al trasporto su gomma”

 

I No TangEst prendono posizione contro la petizione presentata dal Gruppo Imprese Chieresi perchè si realizzi una uscita autostradale a Masio. Scrive in una lettera a 100torri Luigi Cerini, per il coordinamento No TangEst: “In relazione alla petizione con raccolta firme lanciata dal Gruppo Imprese Chieresi e all’ articolo del 17 Settembre del giornale 100TORRI “Una uscita dell’autostrada a Masio per favorire lo sviluppo economico” e all’articolo del Corriere di Chieri del 30 Giugno 2023 “I sindaci e le imprese studiano un casello tra Masio e Pessione”. Su alcune delle “cose da fare” siamo anche d’accordo e da tempo le chiediamo, ma per quanto riguarda la Gronda Est la nostra contrarietà è totale e ferma. Che dire del “no ai viadotti”, forse perché ci si vergogna a fare vedere come si distruggono il territorio/ambiente e la collina torinese? Sottintende certamente, ove possibile, “tutto in galleria”, come se le gallerie fossero il toccasana per inquinamento atmosferico e acustico e per le problematiche idrogeologiche e di vibrazioni. Alcune considerazioni: Con la crisi climatica che si avvicina e l’attuale crisi sociale, è impensabile che si vogliano costruire nuove infrastrutture stradali che consumano suolo pregiato, che sono inutili, dannose e costose e che servono solo ai signori delle autostrade, del cemento e dell’asfalto. Inoltre una nuova strada (Gronda Est) non porta necessariamente sviluppo e ricchezza. Dove sta scritto? Dove è successo? Forse in alcuni casi, in altri tempi, in concomitanza con altri interventi, su altri paesaggi urbani con caratteristiche di altro tipo, molto diverse da quelle della collina torinese. Per prospettive di sviluppo del territorio servono iniziative concrete e politiche che promuovano e valorizzino le sue specificità e le sue risorse e non che le compromettano e distruggano. Ricordiamo che il territorio interessato dal progetto di Gronda ha ottenuto il riconoscimento di “Riserva della Biosfera” all’interno del programma MaB (Man and Biosphere) dell’Unesco, che vede come principale obiettivo la promozione di un concetto di sviluppo strettamente correlato e collegato alla conservazione degli ecosistemi e della diversità biologica e culturale del territorio, con la realizzazione di un utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali. Un’infrastruttura come la Gronda è quindi incompatibile con l’appartenenza ad una Riserva della Biosfera finalizzata al rilancio territoriale attraverso la valorizzazione innanzitutto delle risorse naturali in essa contenute. La Gronda Est con i suoi carichi di inquinamento atmosferico, di inquinamento acustico e di impatto idrogeologico, servirebbe solo per stroncare qualunque progetto di uno sviluppo di qualità del territorio del chierese/gassinese e della collina, in senso agricolo e turistico, il che garantirebbe lavoro duraturo e qualità di vita per gli abitanti. Non esistono motivazioni legate a disegni di sviluppo che giustifichino tale scempio, si dovrebbero cercare soluzioni alternative alla mobilità basata sul trasporto su gomma e sviluppare il trasporto pubblico locale. Infine, quando si fa tacere ogni ragionamento pronunciando la magica parola “sviluppo economico”, si sottintende che basti costruire una strada perché magicamente nascano delle attività produttive (non è più così da molto tempo) e questa affermazione oltre che pericolosamente stupida è anche un inganno per ottenere consenso.”