PIEMONTE x CURIOSI. Gianduiotto: storia del cioccolatino simbolo di Torino

Gianduiotto: un viaggio attraverso secoli di storia torinese

 

Il gianduiotto, conosciuto come “giandojòt” in dialetto piemontese, non è solo un cioccolatino, ma rappresenta un pezzo di storia di Torino. Nato dalla celebre pasta di cacao, zucchero e la pregiata nocciola tonda gentile del Piemonte IGP, questo dolce risveglia i sensi con il suo profumo avvolgente e la sua forma a barchetta rovesciata. Ancora prima di degustarlo, ci conquista. Ma ciò che molti non sanno è che il gianduiotto non è solo un prodotto dolciario, ma è la conseguenza di vicende socio-politiche dell’800.

La nascita del gianduiotto: tra storia e curiosità

Le origini del gianduiotto risalgono all’intuizione della storica azienda dolciaria Caffarel, situata nella zona di Borgo San Donato. Fu grazie a una campagna pubblicitaria innovativa per quei tempi che, nel 1865, il gianduiotto fu presentato ai torinesi attraverso la figura di Gianduja, una maschera carnevalesca tipica dell’Astigiano.

Ancora più interessante è il fatto che la nascita di questo cioccolatino sia strettamente legata alle difficoltà socio-politiche dell’epoca. Il blocco napoleonico del 1806 aveva reso il cacao un bene raro e costoso. Di conseguenza, i cioccolatieri piemontesi iniziarono a incorporare le nocciole locali, in particolare la tonda gentile, nella loro produzione, dando vita al gianduiotto.

Dai maestri cioccolatieri alla produzione moderna

La storia della cioccolateria a Torino ebbe una svolta significativa con l’arrivo di Pierre Paul Caffarel nel 1832. Questi, insieme al socio Michele Prochet, sfruttando le innovazioni industriali dell’imprenditore Giovanni Martino Bianchini, portò avanti la tradizione di incorporare le nocciole nel cioccolato. Le due principali tecniche di produzione del gianduiotto oggi sono: l’estrusione, un metodo che richiama la tradizione artigianale, e il concaggio, un approccio più industriale. Ogni produttore ha la sua ricetta specifica, ma la percentuale di nocciole oscilla generalmente tra il 25% e il 40%.

 

Marco Sergio Melano