PIEMONTE x CURIOSI. Cremino, storia del cioccolatino torinese più famoso d’Italia

Cremino, storia del cioccolatino torinese più famoso d’Italia

Un viaggio goloso tra le strade di Torino, dove la tradizione cioccolatiera incontra la storia e la passione in un unico boccone: il Cremino

Torino, con la sua ricca tradizione cioccolatiera, è una delle città italiane che ha abbracciato l’arte del cioccolato sin dalla fine dell’800. Questo amore nasce dalla presenza di illustri maestri pasticceri al servizio dei reali sabaudi. Il prodotto simbolo di questa affinità è il Cremino, quel delizioso cioccolatino che vede la luce proprio sotto la Mole Antonelliana.

Questo goloso boccone, con i suoi tre strati di crema al cioccolato che gli conferiscono un aspetto a righe, è stato riconosciuto nel 1998 come uno dei prodotti tradizionali del Piemonte (PAT), una distinzione riservata ai prodotti la cui metodologia di produzione ha resistito alla prova del tempo. Ma quale è la storia dietro alla nascita del cremino?

L’inizio di una dolce avventura: la creazione del Cremino

La scena cioccolatiera torinese è ricca di creazioni golose, frutto dell’ingegno dei maestri pasticceri e cioccolatieri del passato, la cui ispirazione era alimentata dalla vicinanza della corte reale e della Francia. Tra praline, giandujotti e Boeri, la città ha dato vita a numerose prelibatezze. E il Cremino? Nasce nella seconda metà del 1800, per mano di due celebri pasticceri: Ferdinando Baratti e Edoardo Milano. Questi due visionari fondarono nel 1858 la confetteria-liquoreria Baratti & Milano, situata nel cuore di Piazza Castello.

Oltre ad essere un punto di riferimento per la pasticceria, diventò un luogo d’incontro per eminenti figure dell’epoca, spaziando dalla politica alla scienza, all’arte. Il Cremino fu frutto di una geniale intuizione: combinare tre soffici strati di cioccolato in un formato mai visto prima. Un piccolo cubetto che poteva essere gustato in un solo morso, raffinato e funzionale, proprio come la clientela esigente di Baratti & Milano avrebbe desiderato. Il suo sapore distintivo proviene dall’alternanza di due strati di cioccolato gianduja con una crema centrale al caffè o alle nocciole. Oggi, pur con alcune varianti, il cremino conserva la sua formula originale, rappresentando un pilastro della cioccolateria italiana.

Il legame con la FIAT

La narrazione del cremino trova un altro capitolo interessante quando si intreccia con la FIAT, altro simbolo torinese. Nel 1911, la FIAT lanciò una sfida ai cioccolatieri italiani: creare un nuovo tipo di cremino per promuovere la loro ultima creazione, la Fiat Tipo 4. L’azienda Majani di Bologna, guidata dal maestro Aldo Majani, conquistò il primo posto con un cremino a quattro strati, omaggio al nuovo modello. Questa delizia divenne esclusiva della FIAT per qualche tempo, prima di essere reintrodotta dalla Majani nella propria offerta. Ancora oggi, il cremino FIAT rimane l’unico prodotto esterno per cui FIAT ha concesso l’uso del proprio logo storico del 1911.

Ilaria Rosella Pagliaro