CURIOSITA’ NOVARESI 57. OGNISSANTI E S. EUFEMIA, LA PIU’ ANTICA CHIESA E UNO SPLENDIDO BAROCCO PER FORNAI E SARTI

Chiesa di Ognissanti

Novara possiede ancora nel suo centro storico una chiesa tipicamente romanica; si tratta della chiesa di Ognissanti, che è tra l’altro anche la più antica chiesa di Novara ancora esistente, nella sua struttura per la gran parte originaria. E’ tra l’altro l’unico edificio superstite degli undici elencati dal vescovo Litifredo nel 1124. Non molto distante da Ognissanti troviamo poi un altro edificio religioso dalle origini antiche ma interamente ricostruito alla fine del XVII° secolo, così da rappresentare una splendida testimonianza di stile barocco: è la chiesa di S. Eufemia, la chiesa dei fornai e dei sarti.

La chiesa di Ognissanti (nella foto), collocata tra vicolo Ognissanti e via Silvio Pellico esisteva già, come si è detto, nel 1124 e ne parla anche un

Cupola, tiburio ed esterno di Ognissanti

documento del 20 maggio 1154 della Congregazione dei parroci. Barlassina e Picconi nel loro libro sulle chiese di Novara (1933, tipografia San Gaudenzio, Novara) scrivono che la fecero costruire le nobili famiglie De Maio e De Pani. Solo nel 1752 le fu tolta la parrocchialità, aggregandone il distretto alla parrocchia di San Giacomo, come risulta da un documento dell’archivio degli Oblati.

L’edificio è stato profondamente rimaneggiato in epoche diverse, soprattutto nel secolo XVIII°, conservando però nell’abside, nella cupola e nella gran parte dei muri esterni la caratteristica delle costruzioni del secolo XI°. I restauri compiuti negli anni Cinquanta del secolo scorso (tra il 1953 e il 1960) hanno tolto gli adattamenti barocchi, portando in evidenza le antiche forme romaniche. Restano alcune tracce degli antichi affreschi e un frammento di una “Madonna del latte” attribuito all’ambito di Daniele De Bosis, pittore attivo tra il 1479 e il 1526. E’ a tre navate di quattro campate, con volta a crociera ciascuna, e ha un transetto non sporgente con cupola (impostata su tiburio ottagonale con monofore e bifore contrapposte) e un coro con abside semicircolare. E’ caratterizzata all’esterno, oltre che dal tipo di muratura a mattoni, dagli archetti pensili sotto la gronda del tetto, che appoggiano su mensoline in cotto variamente sagomate (nella foto cupola con tiburio e lato esterno con archetti).

Chiesa di S. Eufemia

La primitiva chiesa di S. Eufemia, in stile romanico, è già citata nel decreto del vescovo Litifredo del 1124. L’edificio era a tre navate, con copertura lignea, ed era unito alla stessa l’oratorio di San Defendente. Nel 1586 ci fu l’aggregazione alla Confraternita della SS. Trinità di Roma. La Confraternita era povera e viveva di elemosine e donazioni. Aveva però un piccolo ospedale per pellegrini. La Confraternita fu poi abolita nel 1798, in epoca napoleonica.

Sant’Eufemia era la chiesa dei fornai e dei sarti. Antonietta Cardinali in un suo saggio sulla chiesa pubblicato nel 1979 dal Comune di Novara scrive: “Alla chiesa inoltre furono legati alcuni collegi di artigiani e professionisti novaresi, ad esempio quello dei fornai e dei sarti e dei notai, avvocati e procuratori, che

Cappella di S. Defendente

contribuirono alla sua decorazione”.

La nuova chiesa, quella che possiamo vedere ancora oggi, fu iniziata nel 1666 e terminata nel 1698. “Della vecchia costruzione –scrive ancora Antonietta Cardinali- non fu mantenuto nulla e le forme usate per la riedificazione aprono a Novara la via allo stile del barocco settecentesco di ascendenza borrominiana. La nuova costruzione risulta quindi molto originale nella facciata, meno nell’interno”.

La facciata (nella foto), come descritto da Barlassina e Picconi nel loro libro sulle chiese di Novara “…è divisa in tre parti

Cappella di S. Omobono

orizzontali. Nella parte inferiore… ha una specie di baldacchino sostenuto da due colonne di granito, collocate quasi a proteggere la porta centrale. Nel centro appare una balconata barocca con un medaglione di S. Eufemia; al di sopra una finestra rettangolare al centro e due nicchie ai lati con le statue di S. Rocco e di S. Giacomo; e più in alto ancora un grande bassorilievo, con figure superiori al vero, rappresentanti la SS. Trinità. E’ inserita tra i monumenti d’arte nazionale”. L’interno è a croce latina con un’unica navata e un transetto. A destra dell’entrata si trova la Cappella di San Defendente (nella foto), patrono dei fornai, mentre quella che le sta di fronte è dedicata a S. Omobono (nella foto), protettore dei sarti. Nella chiesa troviamo opere pittoriche di rilievo e importanti intagli lignei. Nella chiesa ci sono i monumenti funebri del Conte Giuseppe Tornielli Brusati di Vergano, Viceré di Sardegna (1843), quello del Cardinale Giovanni Cacciapiatti, benefattore della chiesa, e quello del Vescovo Giacomo Scotti. Il pulpito è di forme barocche (1682-1683) e il coro di forme rococò (1775).

Enzo De Paoli