LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati

 Temirkanov: la scomparsa di un grande direttore-

Jurij Temirkanov

Lo scorso 9 novembre è scomparso a San Pietroburgo, all’età di 84 anni, Jurij Chatnevic Temirkanov, noto come Jurij Temirkanov .Iniziò l’apprendimento della musica all’età di nove anni a Nar’cik, capoluogo della regione della Cabardino Balcaria, regione settentrionale del Caucaso, sua città natale.A tredici anni prese lezioni di violino e violino; col trasferimento a Leningrado si diplomò in direzione d’orchestra con il leggendario  Il’lja Musin. L’anno dopo (1963) vinse il Concorso Nazionale di Direzione Pansovietico che gli valse, su invito di un direttore autorevole quale Kyrill Kondrascin, un tour con la Filarmonica di Mosca. Nel ’67 esordì con la Filarmonica di Leningrado come assistente del temibile e arrogante Evgenij  Mravinskij che ne era direttore principale, ruolo che occuperà per otto anni, fino alla carica di direttore musicale dell’Opera Kirov (oggi Teatro Marjinskij). Nel decennio 1978/88 direttore principale della Royal Philharmonic Orchestra di Londra cui seguirono concerti con le principali orchestre europee e statunitensi (Scala inclusa) ma in modo abbastanza discontinuo. .Dal 2009 al ’13 direttore del Festival Verdi di Parma, premio Artur Rubinstein (“Una vita per la musica”)   Teatro La   Fenice di Venezia ” nel2016. Il padre Khatu  Temirkanov, ministro della cultura del Caucaso, venne fucilato nel ’41 dalle truppe di occupazione tedesche, (Jurij aveva tre anni) che accolse in casa Prokof’ev impegnato a scrivere l’opera “Guerra e  pace”” dal romanzo omonimo di Tolstoj. Primo artista russo a cui fu permesso di esibirsi negli Stati Uniti dopo la crisi seguita all’invasione dell’Afghanistan. Critico nei confronti di Putin. evitò d’iscriversi al partito comunista di cui non fu mai un accolito. Attraverso purghe, veleni.ma sempre circondato da un alone di grande ammirazione, riuscì a costruirsi un proprio pubblico anche se non poteva dirigere i medesimi brani eseguiti da Mravinskij con cui ebbe un rapporto assai complesso e che gli concedeva con il contagocce le  uscite in Occidente e che con disprezzo lo definì “un Gengis Kahn del primitivo Caucaso”. Tutti i musicisti russi avevano la tessera del partito, tranne Temrikanov. Chi scrive ha avuto la fortuna di ascoltare Temirkanov dal vivo. A riguardo, mio soccorrono i miei quaderni su cui da mezzo secolo annoto centinaia di concerti sinfonici, cameristici, recitals e opere con data, città, teatro, programma (ed eventuali bis) Da questi quaderni, che amo definire i “miei libri”, ho ricavato diciassette concerti a partire dal 17 ottobre 1972 quando udii per la prima volta Temirkanov all’Auditorium RAI di Torino cui seguirono nel 2009/11, ’14, ’15 e ’18 concerti con la Filarmonica di San Pietroburgo (Festival Settembre Musica / To-Mi) . Inoltre. Rai di Torino (9ottobre 1974), le opere “La dama di picche” e “Iolanta di Cajkovskij alla Scala (2003 e ’05), “La Traviata”, “Il Trovatore e Requiem di Verdi a Parma. Sempre nel repertorio russo con due sole eccezioni: le Snifonie n.4 “Italiana” di Mendelssohn e la n 4 di Bruckner (9 dicembre 2015) e  ancora Mendelssohn abbinato alla Sesta di Beethoven (9 ottobre 2012) Si potrebbero scrivere intere pagine sulle interpretazioni di Termirkanov che qui sintetizzo. Dirigeva a mani nude, senza la bacchetta, che affondava letteralmente nella musica: a proposito è eloquente un video postato da RAI5 su Youtube nel settembre del 2014 dove il maestro russo prova con la “sua” Filarmonica di San Pietroburgo la suite op. 71a da “Lo schiaccianoci” di Cajkovskij, durata 35 minuti con sottotitoli in italiano.  Grande interprete che aggiungeva alla suprema sprezzatura il bisogno di “non dirigere”, di battere il tempo, preferendo rammentare gli accenti con pochi movimenti d’anticipo e architettando proporzioni entro cui catturare  il contenuto poetico. mettendo in riSalto sfumature melodiche, sensorialI e preziosità armoniche e, all’occorrenza, stringendo per improvvise potenti accelerazioni drammatiche. Meticoloso ricercava gradazioni timbriche, giochi a incastro tra le parti con attenzione assoluta alle proporzioni sempre sostenuto dal gusto delle successioni armoniche evidenziato con sapiente magistero allo scopo di ammirare la grandezza assoluta. Temirkanov ha rilasciato 180 registrazioni realizzate per le etichette Melodjia, Delos, Emi e Rca tra cui (di riferimento assoluto): “Petroushka”, “Le sacre du printemps” di Stravinskij, Le integrali delle sinfonie di Cajkovskij e Sostakovic, i balletti di Cajkovskij, le suites “Gayneth” e “Spartacus di Kacjaturian , “Quadri di una esposizione” di Musorgskij/Ravel, le tre suites da “Romeo e Giulietta” di Prokof’ev. Numerosi gli ascolti su Youtube  e riversamenti in dvd delle opere “La dama di picche” con regia dello stesso Temirkanov, “La Traviata”, “Il Trovatore” e Requiem di Verdi Vorrei ricordare a beneficio del lettore un episodio risalente al settembre 2014 dopo un concerto a Torino con la Filarmonica di San Pietroburgo. Ebbi un contatto di pochi minuti con il M° Temirkanov, complice l ‘intraprendenza di un quindicenne, figlio di un mio amico e bulimico cacciatore di autografi di cui oggi, ormai trentaseienne, non ha smesso di collezionare. La  sfrontatezza del ragazzino venne premiata da un autografo insolito. non la consueta firma con dedica.ma con il disegno della propria caricatura visto di profilo. Oggi ho il ricordo di una figura signorile dall’aspetto bonario e di poche parole pronunciate in russo Lo stesso maestro prese dalle mie mani il programma di sala su cui vergò il proprio profilo.  Un ricordo fugace ma simpatico che ancor oggi mi fa sorridere e che conservo nel mio archivio. Con Jurij Termirkanov scompare uno dei grandi direttori del Novecento e un dei primari protagonisti della grande civiltà russa.