Passione Fumetti, senza parole (IV): Aliens, Moebius e la fantascienza silente

Alien 1979
“Nello spazio nessuno può sentirti urlare” è l’inquietante avvertimento – giustificato da una solida base scientifica: il vuoto dello spazio non consente la propagazione delle onde sonore – che nel 1979 annunciava la terribile minaccia degli alieni Xenomorfi sul manifesto del film “Alien” del regista inglese Ridley Scott. Un film di fantascienza, interpretato da Sigourney Weaver, che ha dato origine a numerosi sequel (e prequel) cinematografici, ma anche a romanzi, videogames e numerose serie a fumetti, soprattutto grazie alla casa editrice americana Dark Horse Comics.
In Italia i fumetti di Alien sono stati pubblicati da diversi editori: se ne può trovare la cronologia sul bel sito Alien Universe Italia, che ringrazio per l’aiuto nella mia ricerca sui fumetti senza parole (di cui potete leggere i precedenti articoli dai link in fondo pagina).

Aliens no word

Aliens su DHP Special 1991
Nonostante l’avvertimento sulla locandina del film, e se pure non mancano scene silenti nei fumetti dedicati ai pericolosissimi Xenomorfi, ho scoperto che gli episodi realizzati interamente senza parole sono solo due. Si tratta di storie brevi facenti parte dei racconti Aliens. Il primo è Aliens: Reapers, una storia a fumetti di otto pagine pubblicata per la prima volta dalla Dark Horse Comics nello speciale DHP Dark Horse Presents Fifth Anniversary Special dell’aprile 1991. Scritto da John Arcudi (creatore di The Mask) e disegnato dal talentuoso Simon Bisley, Aliens: Razziatori (termine che si può tradurre anche in “mietitori”) è stato originariamente realizzato in toni di bianco e nero, e successivamente colorato da Chris Chalenor per le ristampe in volume. In Italia è stato pubblicato nell’ormai esaurito “Aliens Grandi Maestri” volume 1 della saldaPress e, più recentemente, su “Aliens Omnibus: Le Storie Classiche” volume 1 della Panini Comics.
Aliens: Reapers di Simon Bisley
L’avventura vede in azione dei massicci umanoidi verdi – i Razziatori – nel corso di una spedizione di esplorazione all’interno di un alveare xenomorfo, in cui si troveranno ad affrontare anche una Regina di proporzioni gigantesche. Scopriamo che il loro obiettivo sono le uova della mostruosa Regina, con doppia sorpresa finale quando un Facehugger (l’essere alieno che fuoriesce dagli Ovomorfi) aggredisce un Razziatore e quando questi ultimi ritornano infine sul loro pianeta.
Aliens Special 97 DHP
Il secondo è Aliens: 45 Seconds, scritto da Darko Macan e disegnato in uno spettacolare e minuzioso bianco e nero da Frank Teran, pubblicato per la prima volta dalla Dark Horse Comics nell’albo antologico Aliens: Special del giugno 1997 e successivamente ristampato, sempre in bianco e nero, all’interno di altre raccolte. In Italia è stato pubblicato sul già citato “Aliens Grandi Maestri” volume 1 della saldaPress e, a fine 2023, nel terzo “Aliens Omnibus: Le Storie Classiche” della Panini Comics.
Aliens: 45 seconds
45 secondi è il tempo che rimane ad un marine – unico sopravvissuto ad una missione all’interno di una struttura trasformata in alveare dagli Xenomorfi – per sottrarsi all’esplosione della bomba da lui stesso innescata. Ovviamente se gli Aliens glielo permetteranno.

Arzach

Arzach
Arzach è una sorta di cavaliere solitario che si sposta su uno pterodattilo – apparentemente di pietra – e vive in un mondo desolato e ostile, spettacolare nella sua morfologia aliena e nelle sue architetture fantastiche e senza tempo. Creato da Moebius (uno dei nomi d’arte di Jean Giraud, 1938 – 2012), è apparso sulla rivista francese Métal Hurlant (Les Humanoïdes Associés) a partire dal 1975, per poi essere ristampato innumerevoli volte in tutto il mondo.
Si tratta di una decina di storie, che vanno da una ad un massimo di otto pagine, realizzate dedicando “a ogni immagine il tempo e l’energia che solitamente sono necessari per un quadro o un’illustrazione” (da un’introduzione dello stesso Moebius del 1991). Emblematiche sono le avventure di otto pagine, che pur nella loro relativa semplicità, si prestano ad una lettura lenta e contemplativa. Arzach è stupore e meraviglia, l’abbandono totale alla sospensione dell’incredulità – senza alcuna spiegazione – in situazioni che mescolano il fantastico e l’ironia, in gag da cinema muto di un remoto futuro.
Arzach
Una delle caratteristiche che accomuna quasi tutte le avventure di Arzach è proprio quella di essere senza parole: “Il fatto che non ci fosse testo nelle pagine, poi, stupì parecchio” dichiara Moebius nell’introduzione del 1991. Arzach – personaggio il cui nome cambia grafia in ogni avventura: Harzack, Harzac, Harzak, Arzak, Harzakc, Harzach, Arrzak – ha rappresentato una rivoluzione nel mondo del fumetto moderno. Si tratta infatti di uno dei contributi più iconici di Moebius alla rivoluzione narrativa e stilistica messa in atto insieme agli altri fondatori di Métal Hurlant (Philippe Druillet, Jean-Pierre Dionnet e Bernard Farkas) e ai numerosi altri autori coinvolti: Enki Bilal, Caza, Alejandro Jodorowsky, Richard Corben, Milo Manara, solo per fare qualche nome. Un nuovo modo di concepire l’arte del fumetto, che ne avrebbe influenzato gli autori – ma anche quelli del mondo del cinema – negli anni a venire.

I fumetti senza parole di Moebius

Musica ininterrotta
Le avventure di Arzach non sono state le uniche senza parole, tra quelle realizzate da Moebius nella sua fase rivoluzionaria. Una scelta in linea con la celebre frase con cui presentò il suo Garage Ermetico: “Non c’è nessuna ragione perché una storia sia come una casa con una porta per entrare, finestre che guardano gli alberi e un caminetto per il fumo. Si può immaginare una storia a forma di elefante, o di campo di grano o di fiammella di fiammifero”. Ne sono un esempio “Un’avventura di John Watercolor, il giustiziere dei borsaioli, con la sua famosa redingote che uccide” e “Musica ininterrotta”, brevissime storie cariche di surreale ironia.

Absoluten calfeutrail
Un’altra avventura muta – che ricorda quelle di Arzach – è “Absoluten calfeutrail”, in cui il protagonista, correndo in una immensa foresta, precipita in una voragine. Otto pagine di caduta inarrestabile, attraverso ambienti che si rivelano mondi comunicanti, verso una fine… esplosiva.
È di sette pagine invece la storia muta “Rock city”, realizzata da Moebius per un numero speciale di Métal Hurlant dedicato al rock. Un’avventura fantascientifica, ambientata in un futuro orwelliano in cui il rock è una forma di controllo da cui è impossibile ribellarsi.
Rock city
Termino questo quarto articolo dedicato ai Fumetti muti, con le parole che Moebius gli ha dedicato: “Credo che i fumetti muti abbiano una magia tutta particolare. Me ne sono accorto quand’ero adolescente, leggendo dei fumetti americani non tradotti. Non capivo il testo nei ballon, e non tentavo nemmeno di indovinarlo: le storie ne guadagnavano in quanto a impatto poetico. È ciò che ho voluto ricreare con le mie storie mute. Tento di proiettarmi, insieme al lettore, in un altro mondo, così da trasformarci in osservatori che, in un pianeta molto lontano, guardano tramite un telescopio molto potente e vedono tutto, ma senza capire cosa viene detto. Per come la vedo io, la necessità del lettore di ricreare lui stesso dei dialoghi, aggiunge una poesia che nessun balloon saprebbe esprimere” (dal volume The long tomorrow – Panini Comics).

Arzach
Potete leggere i miei precedenti articoli sulle storie mute ai seguenti link:
L’approdo, Ken Parker, Trillo & Mandrafina e Gon del 24 settembre 2022
Love e Paperino di Brrémaud e Bertolucci del 23 aprile 2023
Silenzi di Ali Çetinkaya, Mediterraneo di Nazzaro e Ferrara, Va tutto bene di Giusy Gallizia dell’11 settembre 2023

Immagini ©20th Century Fox/Dark Horse Comics/Les Humanoïdes Associés/Panini Comics/Jean Giraud-Moebius