PIEMONTE ARTE: CAPODIMONTE A VENARIA, INFORMALE, GUERCINO, CAMBIANO, CAPA E TARO, TORRE PELLICE…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

VENARIA. CAPODIMONTE DA REGGIA A MUSEO. CINQUE SECOLI DI CAPOLAVORI DA MASACCIO A ANDY WARHOL

Con la cura generale di Sylvain Bellenger e Andrea Merlotti e di un comitato curatoriale composto da Patrizia Piscitello, Carmine Romano, AlessandraRullo, Clara Goria e Donatella Zanardo La Reggia di Venaria, complesso monumentale alle porte di Torino patrimonio Unesco, ospita dal 29 marzo al 15 settembre 2024 alle Sale delle Arti Capodimonte da Reggia a Museo. Cinque secoli di capolavori da Masaccio a Andy Warhol, una grande mostra con oltre sessanta capolavori provenienti dalle collezioni artistiche di Capodimonte che annoverano grandi maestri da Masaccio a Parmigianino, da Tiziano a Caravaggio, per citarne alcuni. Un percorso espositivo imperdibile alla scoperta di una collezione straordinaria, ma anche di una storia affascinante: quella di una Reggia divenuta un grande Museo che, nel corso dei secoli, ha preservato alcune tra le più raffinate raccolte d’arte di tutta Europa. A ricordare gli stretti rapporti tra i Savoia e i Borbone, apre il percorso espositivo una sala dal titolo Artisti ‘napoletani’ per la corte sabauda con importanti prestiti dalle collezioni dei Musei Reali di Torino. Opere scelte di Francesco Solimena (Canale di Serino 1657 – Barra di Napoli 1768), Sebastiano Conca (Gaeta 1680 – Napoli 1764), Corrado Giaquinto (Molfetta 1703 – Napoli 1766) e Francesco De Mura (Napoli 1696 – 1782) rappresentano qui la grande stagione settecentesca, orchestrata dall’architetto Filippo Juvarra nella capitale del regno durante gli anni di Vittorio Amedeo II e Carlo Emanuele III. Tra gli artisti contemporanei delle diverse scuole pittoriche, i maestri napoletani furono infatti grandi protagonisti attivi per gli altari di corte e i cantieri delle Residenze Sabaude: dal Palazzo Reale di Torino al Castello di Rivoli fi no alla Reggia di Venaria.

MUSEO ACCORSI-OMETTO. LA GRANDE STAGIONE DELL’INFORMALE

A cura di Francesco Poli

Dal 27 marzo all’1 settembre 2024

Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino

La mostra, curata da Francesco Poli, intende riportare l’attenzione su una fase fondamentale per il rinnovamento della scena artistica di Torino tra gli anni ‘40/50 del Novecento: la grande stagione dell’Informale.

Dopo le esposizioni dedicate all’arte dei primi trent’anni del Novecento, la Fondazione Accorsi-Ometto desidera proseguire la propria indagine sull’arte torinese, prendendo in esami gli anni che vanno dal secondo dopoguerra fino agli inizi degli anni ’60.

In mostra sono esposti più settanta opere di cinquanta artisti italiani e stranieri.

Tra i pittori e gli scultori attivi nella situazione torinese ci sono gli astrattisti del MAC (tra cui Albino Galvano, Filippo Scroppo, Carol Rama, Paola Levi Montalcini) e i protagonisti dell’informale come Luigi Spazzapan, Umberto Mastroianni, Mattia Moreni, Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, Mario Merz, Pinot Gallizio e Piero Simondo.

L’ampia selezione degli artisti di livello internazionale, che espongono in quegli anni a Torino, comprende grandi artisti come Lucio Fontana, Afro, Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Fautrier, Pierre Soulages, Georges Mathieu, Hans Hartung, Antoni Tapiés, Jean-Paul Riopelle, Asger Jorn, Pierre Alechinsky, Karel Appel, Imaï e Onishi.

CAMBIANO. FLAVIANA CHIAROTTO, “EVOLUZIONI COLORATE”

MUSEI REALI. “GUERCINO. IL MESTIERE DEL PITTORE”

presso le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, aperta dal 23 marzo al 28 luglio

La mostra “Guercino. Il mestiere del pittore” presso le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, aperta dal 23 marzo al 28 luglio, offre un’immersione nell’arte del Seicento attraverso l’opera di Giovanni Francesco Barbieri, noto come il Guercino. Più di 100 lavori, tra cui pezzi provenienti da prestigiose istituzioni come il Prado e il Monastero dell’Escorial, delineano il talento del Maestro emiliano e la vita dei suoi contemporanei. Tra i pezzi esposti, spicca il ciclo di dipinti commissionati da Alessandro Ludovisi, arcivescovo di Bologna e dal 1621 papa Gregorio XV, che tornano insieme dopo quattro secoli. La mostra, curata da Annamaria Bava e Gelsomina Spione, con il supporto di un comitato scientifico di alto profilo, è un evento culturale di rilievo che celebra il Guercino e il suo impatto sull’arte del tempo, evidenziando la professione del pittore nel contesto storico e artistico del Seicento.

Guercino, grazie a una strutturata bottega e alla ricchissima documentazione lasciata, alla rete di mentori e intermediari, ai rapporti con tanti e diversi committenti – richiesto come fu da borghesi, nobili, pontefici e prelati, ma anche dalle più prestigiose corti europee – diventa l’exemplum perfetto della vita, dell’iter creativo e del mestiere di ogni pittore. Le importanti opere riunite a Torino nell’occasione – inclusi due dipinti inediti di collezioni private e le tele che permettono lo straordinario ricongiungimento dopo 400 anni del ciclo Ludovisi – sono dunque particolarmente significative per questo racconto, sviluppato in 10 sezioni tematiche tra confronti, parallelismi, testimonianze.

ROBERT CAPA E GERDA TARO. IN MOSTRA LA PRIMA GUERRA ‘FOTOGRAFICA’ DELLA STORIA

Fino al 2 giugno 2024 a CAMERA Torino

 

Gerda Taro, Miliziane repubblicane si addestrano in spiaggia. Fuori Barcellona, 1936 © The Robert Capa and Cornell Capa Archive, Gift of Cornell and Edith Capa, 1992. Courtesy International Center of Photography (Dettaglio)

Le prime macchine fotografiche compatte, la rapida diffusione delle riviste illustrate e lo scoppio della Guerra civile spagnola nel 1936, il primo conflitto ‘fotografico’ della storia: è in questo contesto che cambia la vita di Robert Capa e Gerda Taro.

I due giovani, in fuga dalla Germania nazista, si conoscono a Parigi nel 1934 quando ancora si chiamano Endre – poi francesizzato André – Friedmann e Gerta Pohorylle. È l’inizio di un sodalizio artistico e sentimentale che li porta a cambiare nome, ad impegnarsi nella fotografia, nella lotta politica e, nell’agosto del 1936, a partire per il fronte spagnolo. Un impiego in cui trovano un terreno fertile per esprimere le proprie idee antifasciste, identificandosi con i giovani combattenti repubblicani che fotografano durante gli addestramenti, in battaglia, ma anche in fugaci momenti di quotidianità, come nel caso di una coppia di miliziani fotografata da angolature differenti da entrambi. La guerra sarà il teatro dei loro scatti più noti ma anche la circostanza della tragica morte di Gerda, che diventerà la prima reporter a cadere sul campo.

La mostra Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra ne ripercorre la storia, attraverso 120 immagini che hanno testimoniato un momento cruciale del XX secolo, inaugurando il genere del fotogiornalismo di guerra e aprendo la strada ai reporter successivi.

UNA BOCCATA D’ARTE. 20 ARTISTI 20 BORGHI 20 REGIONI

Torna in tutta Italia dal 22 giugno al 29 settembre 2024

Annunciati i borghi della quinta edizione

Inaugurazioni: sabato 22 e domenica 23 giugno 2024

www.unaboccatadarte.it

Dal 22 giugno al 29 settembre 2024 torna Una Boccata d’Arte, il progetto d’arte contemporanea promosso da Fondazione Elpis che giunge alla sua quinta edizione, con 100 borghi e 100 artisti coinvolti dal 2020. Ogni anno, 20 borghi e paesi di tutta Italia, uno per ogni regione, accolgono 20 interventi di 20 artiste e artisti italiani e internazionali, di formazione e pratiche differenti, realizzati durante un periodo di residenza a contatto con il luogo e le comunità locali, in relazione con la loro storia e tradizioni. Quest’anno le inaugurazioni si terranno sabato 22 e domenica 23 giugno in tutti i paesi.

Mostre diffuse, installazioni site specific, performance e progetti realizzati con media differenti dagli artisti coinvolti daranno vita a uno speciale itinerario culturale che si snoda in tutta la penisola. Un invito al viaggio e alla scoperta di luoghi inaspettati, lontani dai circuiti tradizionali dell’arte contemporanea, attraverso un dialogo inedito con il territorio.

I borghi selezionati per la quinta edizione di Una Boccata d’Arte sono: Verrès (AO) in Valle d’Aosta; San Sebastiano Curone (AL) in Piemonte; Dolcedo (IM) in Liguria; Palazzo Pignano (CR) in Lombardia; Magrè sulla Strada del Vino (BZ) in Trentino-Alto Adige; Porto Levante – frazione di Porto Viro (RO) in Veneto; Paluzza (UD) in Friuli-Venezia Giulia; Berceto (PR) in Emilia-Romagna; Serre di Rapolano – frazione di Rapolano Terme (SI) in Toscana; Otricoli (TR) in Umbria; San Ginesio (MC) nelle Marche; Bassiano (LT) nel Lazio; Gioia dei Marsi (AQ) in Abruzzo; Guardialfiera (CB) in Molise; Letino (CE) in Campania; Poggiorsini (BA) in Puglia; Sasso di Castalda (PZ) in Basilicata; Motta Filocastro – frazione di Limbadi (VV) in Calabria; Sant’Angelo Muxaro (AG) in Sicilia; Sedilo (OR) in Sardegna.

Una Boccata d’Arte è un progetto realizzato in collaborazione con Maurizio Rigillo, Galleria Continua e con la partecipazione di Threes che ogni anno cura tre interventi incentrati sulla sperimentazione sonora, quest’anno in Abruzzo, Lazio e Molise.

 

TORRE PELLICE, LE VIE DEL SEGNO. “DIALOGHI INCISI”

Inaugurazione sabato 30 marzo alle 17.00 in via XXV Aprile 2 a Torre Pellice (TO)

Nove giovani artisti inaugurano la mostra d’incisione Dialoghi incisi che riunisce una selezione di allievi della Scuola di Grafica d’Arte dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino in un’esposizione curata da Daniele Gay, Lucia Norbiato e Martina Poët. Dialoghi di segni, di tecniche e saperi che dalle aule del laboratorio dell’Albertina si incontrano nelle sale dell’Associazione “Le vie del segno – Archivio d’incisione Francesco Franco e Lea Gyarmati” per dare vita a una mostra che presenta un eterogeneo ventaglio di direzioni stilistiche, spaziando da tecniche più tradizionali a sperimentazioni contemporanee.

Tra paesaggi reali e frammenti urbani, oggetti ritrovati e preziosi resti di creature, le opere nate da queste giovani mani svelano parte di ciò che si racchiude nel brulicante mondo dell’incisione, guidando lo sguardo verso le sue possibili diramazioni.

Espongono

Martina Bertalmio, Anna Coccoli, Alessandro Cugno, Giorgia Daka,

Micol Fabbrucci, Eleonora Fracchia, Elena La Barbera, Cinzia Rossi e Danilo Zurru.

A cura di

Daniele Gay, Lucia Norbiato e Martina Poët

Dal 30 marzo al 31 agosto 2024

Inaugurazione sabato 30 marzo ore 17.00

Associazione “Le vie del segno – Archivio d’incisione Francesco Franco e Lea Gyarmati”

Via XXV Aprile 2, Torre Pellice (TO)

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