ALLEGRO MOLTO  a cura di Edoardo Ferrati

Torino- L’ESORDIO DI PUCCINI-

Nel centenario della morte di Giacomo Puccini, che lo vede tra i protagonisti dell’odierna stagione al Teatro Regio, va in scena l’opera ballo in due atti Le Villi  rappresentata per la prima volta il 31 maggio 1884 al Teatro Dal Verme di Milano. Dunque prima opera d’esordio del compositore toscano. Questa breve opera in origine era strutturata in un atto unico in due parti, persuase l’editore Ricordi ad accogliere Giacomo nella propria scuderia  commissionandogli subito un seconda opera (£Edgar”) e accordandogli uno stipendio mensile di 200 lire. “Le Villi” videro la luce poco dopo il diploma in composizione presso il Conservatorio di Milano dove il suo insegnante Amilcare Ponchielli gli suggerì di partecipare al concorso bandito da Ricordi. Il librettista Fontana trasse il soggetto dal racconto di  Alphonse Karr “Les Villis” (1852) a sua volta ricavato dal balletto “Giselle”  (1841) musicato da Adolphe Adam su libretto di Théophile Gautier. Nessuna delle due fonti è citata nel libretto. Quella delle Villi-le creature ultramondane, spietate vendicatrici d’amore. è un’antica leggenda originaria dell’ Europa  centrale e molto nota in Austria, che ottenne dignità letteraria per la prima volta in un saggio di Heinrich Heine edito nel 1834. Simili soggetti fantastici, ricchi di suggestioni magiche e metafisiche, erano di moda nell’Italia settentrionale dell’epoca prediletti in particolare dagli autori della Scapigliatura. il movimento letterario a cui Fontana apparteneva. Puccini, allora ventiseienne, solo non vinse, ma venne escluso dalla cinquina delle opere degne di menzione. Le ragioni?  Abbastanza semplici vanno ricercate nei membri della giuria legati alla casa editrice di Giulio Ricordi che ne osteggiarono la vittoria. Dopo questo verdetto negativo Fontana s’interessò affinchè Puccini potesse far ascoltare l’opera in privato ad alcune importanti personalità della cultura milanese tra cui Boito, Catalani e Giovannina Lucca (che aveva l’esclusiva di Wagner nei teatri italiani). L’aiuto finanziario di una cordata di  sottoscrittori consentì l’allestimento di quattro recite del titolo che ebbe un autentico successo di pubblico e critici come testimoniano le recensioni giornalistiche, a cominciare dall’autorevole Filippo Filippi. Cauta la reazione di Verdi il quale affermò che Puccini segue le tendenze moderne  e antiche, ed è naturale, ma si mantiene attaccato alla melodia, e al contempo ne sottolineò il predominio dell’elemento sinfonico. Niente di male.  Comunque la sensazione fu quella di aver assistito alla nascita dell’operista in grado di rilanciare il melodramma in Italia.  Dopo il fortunato successo Puccini mise mano allo spartito con l’aggiunta di alcuni brani solistici  per i due protagonisti a cui la versione originale, stranamente, non riservava neppure un’aria. Seguirono tre versioni di cui la seconda per il Teatro Regio di Torino (28 dicembre 1884) che viene proposta, per la prima volta. Le rappresentazioni scaligere (gennaio 1888) consacrarono “Le Villi”  il cui percorso non sempre fu costellato da successi.  Tra gli allestimenti più importanti si ricordano le edizioni all’Opera di Amburgo diretta da Mahler (29 dicembre 1892) e alla ‘Metropolitan Opera di New York con la bacchetta di Toscanini. Il successo delle opere pucciniane della piena maturità portò inevitabilmente “Le Villi” nel cono d’ombra.

Torino, Teatro Regio. 19-20-21-23-24-24-26 aprile Puccini, “Le Villi” opera- ballo in due parti interpreti: Roberta Mantegna / Laura Giordano (Anna), Martin Muehle / Azer Zada (Roberto), Silvano Piazzolla / Gezim Myshketa (Guglielmo); Ulisse Trabaccin (maestro coro) Pier Francesco Franceschini (regia), Guillermo Nova (scene), Luca Dell’Alpi (costumi), Michele Cosentino (coreografia) -Nuovo allestimento Teatro Regio Torino-