PIEMONTE ARTE: BUGLIARELLI, DE-COLL’, ALBERT, CASA ZEGNA, RITTANA, ARTE SACRA, GALLONI

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

INCONTRARE LA STAGIONE PITTORICA DI LINA POZZI BUGLIARELLI

Al Circolo degli Artisti, in corso San Maurizio 6, è stata presentata la mostra retrospettiva, aperta sino al 31 maggio, della pittrice Lina Pozzi Bugliarelli (Mariano Comense 1924 – Torino 2018), che ha vissuto e lavorato ad Arona, dove ha frequentato lo studio di Gianfilippo Usellini, docente all’Accademia di Brera, a Torino e dal 1990 al 2018 a Sainte-Maxime, Costa Azzurra in Francia. Un incontro che ha visto la partecipazione di Luigi Tartaglino e Davide Mabellini, rispettivamente Presidente e Direttore del “Circolo”, e, tra gli altri, degli artisti Ornella Rovera, Francesco Preverino, Michelangelo Cambursano e Angela Guiffrey (una sua personale è in programma al Museo Diocesano di Asti per il 31 maggio).

Un percorso, quello della Pozzi Bugliarelli, che si è sviluppato attraverso studi e approfondimenti tecnico-espressivi, inviti a rassegne collettive e personali tra l’Italia e la Francia, in una sorta di continuo impegno all’insegna di una figurazione estremamente misurata nella definizione delle immagini dai piacevoli e delicati accenti  lirici. Vi è in Lina Pozzi Bugliarelli una controllata interpretazione dei paesaggi del Monferrato o di un mazzo di ortensie, di nature morte o di una serie di nudini delineati con un segno penetrante e, contemporaneamente, armonioso.

Pastelli, tecniche miste, composizioni su seta, incisioni e pagine di grafica (realizzate dopo aver seguito le lezioni di Filippo Scroppo alla Scuola del Nudo dell’Accademia Albertina), appartengono alla storia e alle ricerche dell’artista che, di volta in volta, ha fissato un’emozione, il fascino delle montagne e un’opera come “Fiori d’inverno”, esposta nel 1973 al Palazzo dei Congressi di Stresa in occasione della “I° Rassegna Internazionale d’Arte Moderna”, corredata da un testo di Adalberto Rossi: “La scelta del fiore, la disposizione nel vaso, la forma ed il colore del vaso stesso, i colori di fondo rivelano un’intima affinitĂ  con il sentimento da cui è presa la pittrice nelle ore del suo operare (…) con un linguaggio chiaro nel segno e nel colore”.

La presenza all’evento “L’art sous toute ses formes”(Peintre et sculpteurs de Provence Alpes Còte d’Azur), gli inviti con una personale alla Galleria Micro di Torino e alla Salle d’Exposition Jean Portal di Sainte-Maxime, rappresentano alcuni degli aspetti di un cammino sempre scandito dalla sottile e interiore passione per l’arte, da una meditata narrazione che consegna al tempo un discorso caratterizzato dalla luce e dato cromatico che concorre a definire quadri dalla particolare “intensitĂ  e determinazione” (Renzo Guasco), mentre si legge su Nice Matin: “SensibilitĂ©, dĂ©licatesse, sobriĂ©tĂ© et puissance de trait caractĂ©risent la peinture de Lina Pozzi, de laquelle Ă©merge toute la crĂ©ativitĂ© italienne”.

 

Angelo Mistrangelo    

IL CHIERESE DE-COLL’ ALLA MOSTRA “D’ANNUNZIO E LA CINA” AL VITTORIALE

Sabato 25 maggio dalle ore 11 al Vittoriale degli Italiani verrĂ  inaugurato il nuovo spazio espositivo Il Golfo Nascosto, situato sotto le tribune del teatro del Vittoriale, con la mostra fotografica Il Vittoriale delle Italiane. Dieci tra le fotografe italiane piĂą talentose sono state invitate a ritrarre la struttura museale interpretando, ciascuna con il proprio stile, le tematiche dannunziane.

Contestualmente verranno inaugurate altre due mostre: una del pittore Agostino De Romanis al MAS e una dedicata a d’Annunzio e la Cina al Museo d’Annunzio Eroe.

Nella foto: Pier Tancredi De-Coll’, Figure in un interno (Oriente), 2024, acrilico su tela.

GALLERIA D’ARTE PIRRA. LUISA ALBERT. LA FORMA DELLA LUCE

 INAUGURAZIONE giovedì 30 maggio 2024 – ore 18

L’ARTISTA SARA’ PRESENTE

“Dedicare una mostra alla luce è ovvio quanto inevitabile. Omaggiare la luce è il compito di ogni pittore.” Come emerge dalle parole dell’artista, la personale di Luisa Albert, che la Galleria Pirra ha nuovamente il piacere di ospitare, è, dunque, un tributo alla luce e alle sue immense possibilitĂ . Torinese, allieva di Ottavio Mazzonis, le opere di Albert rivelano il gusto per la tradizione, assimilata, rielaborata e trasferita nel presente attraverso un suggestivo linguaggio figurativo. La luce è l’elemento fondamentale per la creazione di un dipinto, rende possibile la percezione tridimensionale di oggetti e ambienti, attribuisce qualitĂ  alle superfici, crea atmosfere e, addirittura, suoni o silenzi attraverso le dominanti cromatiche. La capacitĂ  di leggere la luce, darle forma, capirne le peculiaritĂ  e interpretarne le potenzialitĂ  è un fattore fondamentale per l’artista, che, lungi dall’imitare la fotografia – il tessuto pittorico delle sue tele, infatti, è ben visibile all’occhio – mira a sedurre l’osservatore restituendogli immagini autentiche, la cui purezza si accompagna a un intenso realismo immaginifico, e, in tal senso, anche i titoli delle opere si rivelano eloquenti. Albert confida: “Parallelamente alla luce, i colori e la musica mi accompagnano sempre mentre lavoro. I colori sono visibili, mentre la musica spero sia altrettanto percettibile nelle composizioni e nelle atmosfere dei quadri. Pausa, oggetto, pausa, pausa sono per me le note appoggiate alla tela.”

Carichi di intimitĂ , quasi di raccoglimento, sono gli interni domestici dall’atmosfera densa e sospesa, intrisi di vita nonostante la presenza umana non sia visibile, ma solo intuibile; salotti accoglienti in cui luce e ombra comunicano sapientemente, ambienti che, silenziosamente, raccontano storie, come, ad esempio, nell’opera Silenziosa luna. Le nature morte, invece, sono armoniose e raffinate composizioni dal perfetto equilibrio, esemplare, tra le tante, And Still; in esse tutto è bilanciato, tutto è essenziale, nulla è superfluo: gli oggetti, le luci, i colori, gli spazi, come su un palco, vanno in scena, evidenziando l’abilitĂ  dell’artista – impeccabile interprete di un gioco magistrale di contrappunti – nel coniugare la franchezza esecutiva con un raffinato talento espressivo.

La mostra sarĂ  visitabile sino al 14 luglio 2024.

CASA ZEGNA. ATMOSFERICA. STAGIONI E TEMPERAMENTI

Il nuovo progetto di Rebecca Moccia per Casa Zegna

Da sabato 25 maggio a domenica 15 settembre 2024

a cura di Ilaria Bonacossa

Casa Zegna

Via Marconi, 23 – Trivero Valdilana (Biella)

 

La Fondazione Zegna presenta, da sabato 25 maggio a domenica 15 settembre 2024 negli spazi di Casa Zegna a Trivero Valdilana (Biella), un nuovo capitolo del proprio percorso tra arte e natura con il progetto ATMOSFERICA. Stagioni e temperamenti, concepito appositamente per l’occasione dall’artista Rebecca Moccia (Napoli, 1992) e a cura di Ilaria Bonacossa.

L’artista da alcuni anni esplora le atmosfere e le “temperature” dei luoghi, indagando i contesti spazio/temporali in cui le relazioni umane e non umane si sviluppano e puntando i riflettori sulle influenze reciproche tra emozioni e luoghi. Il progetto site-specific sviluppato per Casa Zegna si concentra sulle trasformazioni atmosferiche e attinge alle peculiarità dello spazio per costruire una riflessione dedicata al legame tra mutamenti climatici e ambientali e temperamenti di coloro che li sperimentano.

Il titolo e sottotitolo della mostra ATMOSFERICA. Stagioni e temperamenti raccontano la volontà di indagare le modalità in cui si forma l’affettività umana in relazione all’ambiente che ci circonda, e come l’impatto di uno sviluppo non sostenibile, che ne altera ritmi ed equilibri, si riflette anche sulla nostra sfera percettiva ed emotiva.

L’esposizione prende vita nell’ex giardino d’inverno di Casa Zegna, ambiente completamente vetrato dove la luce cambia a seconda dell’orario e della stagione e dove il condizionamento artificiale della temperatura è ridotto ai minimi termini. Lo spazio, che offre una simbiosi quasi totale con il paesaggio montano circostante, si trasforma con ATMOSFERICA in un organismo vivente attraverso l’uso attento del tessuto, elemento su cui si fonda la rispettosa collaborazione tra Fondazione Zegna e l’ambiente.

L’opera di Rebecca Moccia concepisce due diverse atmosfere ambientali in tessuto, l’una legata al caldo e l’altra al freddo, restituiti in maniera visiva e tattile. L’artista intreccia materiali opposti che disperdono o trattengono il calore, consentono o impediscono il passaggio della luce, ammorbidiscono o acuiscono gli effetti sonori che si diramano nello spazio per vestire l’architettura di Casa Zegna. Il passaggio delle temperature è enfatizzato anche attraverso l’uso di colori freddi per la stagione estiva e di colori caldi per quella invernale.

I tessuti modellano l’ambiente anche attraverso moduli di forme scultoree che disegnano zone intime e spazi in cui sostare, realizzate in collaborazione con il laboratorio di Manifattura Tessile della Comunità di San Patrignano. Le opere sono affiancate da arazzi tessuti a mano che restituiscono simbolicamente il rapporto fisico tra luoghi, corpi e temperature.

La mostra ATMOSFERICA. Stagioni e temperamenti si inserisce nel percorso che Fondazione Zegna dedica alla relazione tra natura, arte e scienza, avviato nel 2020 con il piano di rinnovo boschivo Zegna Forest volto a monitorare lo stato di salute dell’Oasi Zegna. L’ecosistema che ospita è al centro di un piano di rigenerazione della durata di un decennio, che coinvolge diversi artisti nell’interpretazione degli aspetti filosofici, visivi ed emotivi che evoca (Laura Pugno, 2021; Emilio Vavarella, 2022; Roberto Coda Zabetta, 2023).

 

RITTANA. PRESENTAZIONE CATALOGO MOSTRA “LE RAGIONI DEL COLORE”

“L’Arte Sacra. Esposizione di paramenti ed oggetti liturgici”

giovedì 23 maggio alle ore 12 – Sala Consiliare di Palatium Vetus – Piazza della LibertĂ , 28 – Alessandria

 

M.U.S.L.I. : PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI SANTO ALLIGO “ADELCHI GALLONI GENIALE ILLUSTRATORE ITALIANO DEL NOVECENTO”

edito dalla Fondazione Tancredi di Barolo

Martedì 28 maggio 2024, h 17.00

Salone d’Onore di Palazzo Barolo

Via delle Orfane 7/A, Torino

 

Il volume di Santo Alligo, che comprende anche una presentazione di Pompeo Vagliani e una nota introduttiva di Martino Negri, ripercorre per la prima volta tutte le tappe della lunga carriera di Adelchi Galloni (Varese Ligure, 1936), che in più di quarant’anni ha lasciato tracce originali e indelebili nella storia dell’illustrazione, non solo italiana, vivendo da protagonista tutte le applicazioni possibili della propria arte: dalla pubblicità all’animazione, dalle collane per ragazzi alle riviste periodiche, dai libri d’autore alla pittura figurativa.

Il volume inaugura la collana “Illustrissimi. Grandi illustratori di ieri e di oggi” della Fondazione Tancredi di Barolo, che sarà dedicata a valorizzare con monografie approfondite e specifiche le figure di artisti importanti del panorama italiano, con un ruolo significativo nel campo dell’illustrazione per l’infanzia e i ragazzi.

L’incontro, che sarà introdotto da Pompeo Vagliani, vedrà presenti – oltre all’autore Santo Alligo e all’artista Adelchi Galloni – Martino Negri e Giovanni Nahmias.

Al termine della presentazione sarà possibile, per l’occasione, visionare – nel Percorso Libro del MUSLI – alcuni materiali del fondo Adelchi Galloni, recentemente acquisito dalla Fondazione Tancredi di Barolo e conservato presso l’Archivio.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.