PIEMONTE ARTE: CHIERI MUSEO DEL TESSILE, CAMBIANO, L’ALTRO PICASSO, PAULUCCI, SALAMON, EISENSTAEDT…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

CHIERI, MUSEO DEL TESSILE. ALAM! ODE ALLA NATURA. DAL 5 LUGLIO

Emina – Giulia Perin

Ore 18.00: Inaugurazione della mostra di creazioni tessili one-of-a-kind

Ore 19.00: sfilata di moda etica e sostenibile

 

“Sbocciano” al Museo del Tessile di Chieri le nuove collezioni di abiti e accessori in tessuti e colori naturali a firma di Giulia Perin, in arte Emina, antropologa e fashion designer in residenza stabile.

Sabato 5 luglio, alle ore 18.00, sarà inaugurata al Museo del Tessile di Chieri (via Santa Clara, 6) la mostra di lavori artistici di Emina “ALAM! Ode alla Natura”, visitabile fino all’11 luglio 2025

Alle ore 19.00 nel porticato del Museo del Tessile si svolgerà la sfilata delle nuove collezioni Emina, organizzata in collaborazione con l’agenzia “Fashion Team” di Torino e “Benessere e Capelli” di Chieri.

Al termine della sfilata sarà possibile incontrare l’artista, riservare eventuali acquisti e accedere all’Orto del Tessile per vedere le piante tessili e tintorie coltivate al Museo, dove seguirà un rinfresco a tema.

Ingresso con biglietto ridotto € 3, prenotazione obbligatoria, fino a esaurimento posti (prenotazioni@fmtessilchieri.org).

La mostra sarà visitabile nei giorni e orari di apertura del Museo del Tessile o su appuntamento scrivendo a prenotazioni@fmtessilchieri.org.

 Giulia Perin, artista in residenza stabile al Museo dal 2019, è specializzata in tecniche di tintura e stampa di tradizione europea, asiatica e indonesiana, declinate nel contemporaneo con lo stile fresco ed evanescente che contraddistinguono i manufatti tessili di questa giovane stilista, così come la sua pratica etica e sostenibile. La visione di Emina è quella di realizzare manufatti tessili che uniscano culture sviluppatesi in tempi e luoghi diversi, e proporre così un modello di produzione a misura dell’essere umano e in armonia con il creato. 

Emina opera in un dialogo profondo con la natura. Dalle piante tintorie che coltiva estrae il colorante riscoprendo ricette, materiali e metodi antichi. Il suo fare, radicato nella conoscenza maturata fra oriente e occidente, si estrinseca in gesto creativo originale. La tecnica artistica che predilige è il Batik, patrimonio immateriale dell’UNESCO, che prevede l’uso di cera d’api applicata con speciali pennini per disegnare e proteggere il tessuto durante le varie fasi di tintura. «Ogni lavoro – sostiene l’artista – nasce per stratificazione: di colore, di materia, di senso». La sostenibilità è parte fondamentale del processo: riguarda la filiera, il tempo impiegato, i materiali scelti e la relazione tra chi crea e chi riceve.

Spiega Melanie Zefferino, Presidente della Fondazione chierese per il Tessile e Museo del Tessile: «Le collezioni presentate in questa sfilata, ed esposte in mostra dal 5 luglio all’11 luglio 2025, sembrano spaziare fra gli elementi di acqua e aria, terra e fuoco: motivi vegetali e astratti si combinano con l’uso dell’indigo (indigofera tinctoria), nei diversi toni di blu e verde, e con la garanza (rubia tinctorum) nelle sue nuances rosate. Kimono rivisitati, delicati foulard in seta ma anche top di cotone con delicate cromie e impressioni floreali danno forma e colore al meraviglioso mondo di Emina».

 

CAMBIANO. MOSTRA DI LODOVICA PASCHETTA

La stagione 2025 della rassegna “La lunga stagione dell’Arte cambianese” prosegue con la mostra dell’ artista Lodovica Paschetta

La mostra si inaugurera’ il giorno 21 giugno alle ore 16,00 presso la Sala Conferenze della Biblioteca Civica cambianese in via L. Lagrange num. 1

La mostra sara’ visitabile in orari di apertura della Biblioteca fino al giorno 17 luglio 2025.

Apre ad Aosta la mostra L’altro Picasso. Ritorno alle origini

L’Assessorato Beni e attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali della Regione autonoma Valle d’Aosta informa che venerdì 20 giugno 2025, alle ore 18, presso le sale espositive del Museo Archeologico Regionale di Aosta, sarà inaugurata la mostra L’altro Picasso. Ritorno alle origini.

“L’esposizione è un evento di respiro internazionale, – sottolinea l’Assessore Jean-Pierre Guichardaz – desidero dunque tributare un sentito ringraziamento all’Ambasciatore di Spagna a Roma Miguel Fernández-Palaciosa, che ha concesso il patrocinio a questa iniziativa espositiva realizzata in Valle d’Aosta per la stagione estiva 2025. La sede espositiva del Museo Archeologico Regionale, situato nel cuore della città, offrirà ai visitatori un nuovo e interessante evento dedicato al Novecento, approfondendo alcuni aspetti della vicenda creativa del geniale maestro di Malaga, che ha sempre guardato all’arte come a un linguaggio universale attraverso cui raccontare il mondo”.

 L’esposizione, curata da Helena AlonsoJ. Óscar Carrascosa e Daria Jorioz, esplora la profonda influenza delle origini e tradizioni familiari sull’opera di Pablo Ruiz Picasso (Malaga, Spagna, 1881 – Mougins, Francia, 1973), nonché l’eredità delle culture classiche, in particolare la cultura fenicia, romana e araba, che l’artista aveva conosciuto durante l’infanzia a Malaga, sulle sponde del Mediterraneo.

La collaborazione tra le istituzioni culturali della Valle d’Aosta e la nostra Ambasciata – dichiara l’Ambasciatore di Spagna in Italia Miguel Fernández-Palaciosa – è un segnale chiaro di come l’arte possa fungere da catalizzatore per il rafforzamento dei legami culturali e istituzionali tra i due Paesi. È un momento favorevole per intensificare la nostra cooperazione, e la mostra su Picasso è l’occasione perfetta per consolidare questo cammino”.

Il progetto propone al pubblico un percorso affascinante che intende ricostruire la vicenda creativa picassiana attraverso i legami esistenti fra le esperienze dell’infanzia, il costante dialogo con il passato e l’innovativo uso delle tecniche tradizionali, quali la ceramica, l’incisione e il design scenografico.

Gli approfondimenti legati alla poesia, le suggestioni sul rapporto con i fotografi suoi contemporanei e sulla ricezione della sua opera in Italia negli anni Cinquanta concorrono a comporre un racconto unico che intreccia storia, arte e memoria, rivelando un Picasso intimo, un artista non solo innovativo e geniale, vissuto in una continua ricerca, ma anche profondamente consapevole delle proprie origini.

La selezione di opere presentate offre un’ampia panoramica della produzione di Picasso, dalle sue migliori creazioni nel campo dell’incisione, come la serie Il capolavoro sconosciuto o un’acquaforte tratta dalla Suite Vollard, in cui il mondo classico riemerge davanti ai nostri occhi, fino al contributo di Picasso alle arti sceniche, con le scenografie per il balletto Il cappello a tre punte. Inoltre, la sua passione per la letteratura e la considerazione che aveva di sé come scrittore – una delle sfaccettature meno note dell’artista – viene mostrata nella serie di incisioni La Sepoltura del conte di Orgaz e nelle sue poesie.

A questo si aggiunga una vasta selezione di ceramiche: a partire dal 1946 Picasso trova in questa tecnica millenaria un intero universo creativo da esplorare. A 65 anni, quando decide di stabilirsi vicino al Mare Nostrum delle sue origini, Picasso si sente come un bambino nello scoprire e indagare una forma d’arte che gli permette di conciliare gli aspetti stilistici e tecnici di disegno, incisione e scultura.

Nella Malaga della sua infanzia, dove Picasso conosceva i laboratori di ceramica nei pressi della casa di famiglia, il padre José Ruiz Blasco, professore di disegno e curatore del museo cittadino, fu il suo primo maestro e permise alle doti artistiche del piccolo Pablo di emergere e svilupparsi.

Questo patrimonio culturale immateriale forma il background che segnerà Picasso per tutta la vita e incentra il contenuto della mostra su una visione meno conosciuta di questo straordinario maestro, in un vitale eterno ritorno alle radici mediterranee e alle origini familiari e culturali che lo accompagneranno fino alla fine, sopraggiunta in un giorno di aprile del 1973.

 Picasso e la ceramica

Attraverso la ceramica, Picasso stabilisce una comunione con le forme di espressione più primitive della tradizione mediterranea, utilizzando allo scopo gli stessi materiali, tecniche e forme impiegati da uomini e donne delle civiltà che l’avevano preceduto. Ne sono un esempio i vasi che richiamano le figure rosse e nere della tradizione ateniese, “Yan bandeau noir” del 1963, come pure il Vaso con decorazioni pastello del 1953, in cui Picasso si avvicina a modalità arcaiche di rappresentazione umana.

 Picasso e la letteratura

Per Picasso la letteratura era una delle arti che esercitava più influenza sulla sua produzione plastica, specialmente quella ispirata ai classici greci e romani, e rappresentava inoltre il terreno comune su cui si basava il sodalizio con poeti quali Apollinaire, Max Jacob o Paul Éluard. Una parte significativa dell’esposizione è dedicata alle incisioni destinate a illustrare diverse opere letterarie, dai classici alle creazioni dei suoi amici. Una sezione in particolare documenta l’importante ruolo del linguaggio nell’opera di Picasso, in cui la parola è il veicolo creativo usato per rendere conto delle sue origini e dei suoi ricordi attraverso un mezzo di espressione surrealista: la pratica della scrittura automatica.

Picasso e il ritorno alla musica e alla danza tradizionale spagnola

L’inizio del XX secolo segna uno dei momenti più fertili di simbiosi creativa tra artisti di diverse discipline.

Picasso riceve da Djagilev l’incarico di creare la scenografia e i costumi per il balletto Il cappello a tre punte, con musiche di un altro artista andaluso, Manuel de Falla. Lo spettacolo debuttò all’Alhambra Theatre di Londra nel 1919 e a Parigi nel 1920, quando Picasso creò la serie di schizzi che sono presentati in mostra.

L’esposizione L’altro Picasso. Ritorno alle origini è accompagnata da un catalogo bilingue italiano-francese edito da Silvana Editoriale, in vendita in mostra al prezzo di 38 euro.

La mostra è stata prodotta da Expona, con la collaborazione di c2c e Contemporanea Progetti.

Biglietti: Intero 8 euro, ridotto 6 euro.

La mostra è inserita nel circuito di Abbonamento Musei.

Apertura al pubblico fino al 19 ottobre 2025.

Aosta, Museo Archeologico Regionale

21 giugno – 19 ottobre 2025

Orario: tutti i giorni 9 -19

 

Paulucci venticinque lavori da una collezione torinese

Inaugurazione mercoledì 25 giugno 2025 ore 18

Galleria L’Estampe

via dei Mercanti 3Torino

Mostra da giovedì 26 giugno a venerdì 11 luglio

orario di visita da martedì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19

Mercoledì 25 giugno si inaugurerà l’ultima mostra della stagione presso la Galleria L’Estampe: in questa occasione e poi fino all’11 luglio, saranno esposte oltre venticinque opere del grande e celebratissimo pittore attivo a Torino, tra i più rappresentativi protagonisti e ispiratori del mondo artistico torinese fin dagli Anni Trenta e per tutto il secondo Dopo Guerra, fino alla scomparsa, avvenuta a Torino nel 1999. Fu il principale membro del celebratissimo gruppo dei Sei di Torino, nato sotto l’egida di Felice Casorati, che coinvolse i critici Lionello Venturi ed Edoardo Persico e che fu da principio sostenuto dal noto imprenditore e raffinatissimo collezionista Riccardo Gualino. Le sue marine, le barche a vela, i porti, le mareggiate, più raramente i ritratti e le nature morte incantano e rivelano sempre lo stile e la firma della mano che le ha immortalate, trasformandole da un’idea a un’immagine evocativa e suggestiva.Nel corso della mostra saranno esposti diciotto dipinti ad olio di varie epoche, quattro guazzi, tre pastelli e alcune incisioni e litografie.

Della mostra è stato realizzato un catalogo a cura di Emanuele Cardellino

Località: Torino, Torino, Piemonte

Indirizzo evento: Galleria L’Estampe via dei Mercanti 3 10122 Torino

GALLERIA SALAMON. Incidere With My Own Two Hands

C’è un legame resistente che lega gli artisti protagonisti di questa newsletter a un gesto antico: incidere.

With My Own Two Hands è un omaggio a loro e a chi sceglie di restare fedele al gesto, alla materia, al tempo necessario perché un’immagine emerga. In un mondo che accelera e semplifica, gli artisti contemporanei che le propongo resistono e si muovono in direzione contraria, scegliendo la lentezza, il contatto con la materia. Non per sfidare il presente, ma per abitarlo in un altro modo, con attenzione, “sporcandosi” le mani.Tra loro, Elisa Talentino, artista torinese che si muove tra illustrazione e grafica. Lavora con la serigrafia e le sue opere — selezionate da importanti istituzioni e presenti nella Collezione Farnesina — raccontano un immaginario potente e personale, espressivo e mai compiacente. La narrazione visiva si intreccia così a simboli arcaici e fiabeschi, reinterpretati con uno sguardo attuale. Al centro del suo repertorio ci sono spesso figure femminili forti e autonome, masche o animali guida, che incarnano indipendenza, ambiguità e trasformazione.Eleonora Casetta, illustratrice e graphic designer di formazione, negli ultimi anni ha scelto l’acquaforte come linguaggio creativo. Il tratto è netto ma delicato, sempre in bilico tra tecnica e intuizione. Incide acciughe che volano, elefanti leggeri, case sugli alberi o sospese tra punti di colore. E poi i profili familiari del suo orizzonte: il Monviso, Superga, la Sacra di San Michele, tra poesia e geografia del cuore.Alice Serafino è un’artista visiva che sperimenta con l’incisione, la cianotipia e il collage. Al centro del suo lavoro ci sono la natura, la luce, il tempo. Con la cianotipia usa direttamente la luce del sole per imprimere immagini su carta: un gesto lento e preciso, che conserva tutta la poesia del processo analogico. Il suo è un percorso coerente, delicato e profondamente personale.Michele Pieretti costruisce un immaginario sospeso, simbolico, quasi metafisico: oggetti, segni e frammenti che diventano parte di un alfabeto personale, evocando memorie e visioni interiori. Le sue incisioni, eseguite con grande precisione e profondità, nascono da un dialogo silenzioso con il tempo e con se stesso, in un equilibrio misurato tra tecnica e introspezione.

Mara Cozzolino è tra le rarissime artiste in Italia a lavorare con la mokuhanga, l’antica tecnica giapponese di xilografia a matrice di legno, che ha studiato direttamente in Giappone. In sintonia con lo spirito dei maestri dell’ukiyo-e e dello shin-hanga, il suo è un vero inno alla natura: cieli stellati, mari e boschi. Incide il legno, inchiostra con pazienza, imprime a mano, con la sua preziosa spazzola baren, restituendo immagini di grande delicatezza e profondità.

Nadia Kuprina è nata a Mosca, ha studiato a Stoccolma e oggi vive tra Torino e Venezia, dove si dedica al canto lirico, all’insegnamento e alla pratica artistica. Soprano solista nel film premio Oscar “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, alla musica affianca da sempre una ricerca visiva originale. Nella linoleumgrafia e nel collage trova un linguaggio parallelo, capace di tradurre in immagini la stessa profondità espressiva del canto lirico.Carla Massimetti è un’artista e formatrice attiva tra teatro, poesia e arti visive. Si è a lungo dedicata alla ricerca teatrale, con un’attenzione particolare al teatro di figura, realizzando e animando micro scenografie con ombre e burattini. Oggi concentra la sua ricerca sul disegno, l’acquerello e l’incisione, sperimentando in particolare la tecnica dell’acquatinta.

With My Own Two Hands è una piccola retrospettiva densa di significato, dedicata a chi ancora oggi sceglie di creare con le proprie mani.

Perché ci sono cose che solo le mani sanno dire.

CAMERA. IL MONDO DI ALFRED EISENSTAEDT IN 170 IMMAGINI

A CAMERA dal 13 giugno Alfred Eisenstaedt

Non vediamo l’ora di farvi conoscere più da vicino l’opera e la storia di questo grande reporter che ci farà compagnia per tutta l’estate. Intanto, ecco per voi un’anticipazione sul nuovo – coloratissimo – allestimento!

Pronti a immergervi nel mondo di Alfred Eisenstaedt? Il suo nome magari vi dice poco ma siamo sicuri che il suo scatto più famoso – quell’iconico “bacio a Times Square” dove un marinaio bacia un’infermiera tra la folla festante per la fine della Seconda Guerra Mondiale – lo conoscete tutte e tutti!

Vi invitiamo allora a riscoprire le infinite sfumature del suo sguardo attraverso una mostra inedita in 170 immagini, capace di riportare alla luce il talento poliedrico di uno dei padri del fotogiornalismo, autore di oltre 2500 servizi e più di 90 copertine per “Life“.Tra le sale di CAMERA ripercorreremo le tappe della sua carriera dai primi scatti nella Germania degli anni Trenta al racconto della vita vertiginosa degli Stati Uniti del boom economico, dai servizi nel Giappone post-nucleare ai reportage in Italia prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale. E poi, i suoi straordinari ritratti: Sophia Loren, Marlene Dietrich, Marilyn Monroe, Albert Einstein, J. Robert Oppenheimer e tanti altri ancora. Un’abilità unica di raccontare il mondo e il suo tempo, spesso attraversata anche da un velo di ironia e delicata poesia, che vi conquisterà.

Da venerdì 13 giugno al 21 settembre passate a trovarci per una riscoperta preziosa e sorprendente del talento di Alfred Eisenstaedt, proposta attraverso gli scatti più famosi e quelli meno noti, che ci rivelerà tutte le sfaccettature della sua opera: non uno ma tanti Alfred Eisenstaedt!

 

 

DRONERO. Prosegue la mostra dedicata a Matteo Olivero

Un percorso di arte e di vita

90 opere tra dipinti, bozzetti, sculture, disegni e documenti

La mostra è ideata da Museo Mallé, Mamo Educational Foundation e Accademia Albertina di Belle Arti di Torino

Con il contributo della Fondazione CRT e il sostegno del Comune di Dronero e della Regione Piemonte L’esposizione, curata da Ivana Mulatero, direttrice del Museo Mallé, e da Antonio Musiari, docente titolare di Storia dell’Arte dell’Accademia Albertina di Torino e coordinatore del Comitato Scientifico dedicato all’opera di Matteo Olivero, si avvale del comitato organizzatore composto da Maria Grazia Brondino, Carmen Valoti, Francesco Revello, Oriana Zagnoni Zerbini e Piero Zagnoni.

La mostra monografica, ricca di oltre novanta opere, è di particolare significato perché realizza il progetto di iniziative dedicate a questo pittore divisionista che il Museo Mallé aveva in programma fin dai primi anni Duemila.

Fino al 7 settembre 2025.

Sabato e domenica ore 15-19. In settimana su appuntamento.

 

OROPA. APRE IL CANTIERE PER IL RIPRISTINO DELLA MERIDIANA

Lunedì si inaugura un cantiere di restauro per il ripristino della Meridiana della Basilica Antica del Santuario di Oropa, reso possibile grazie al supporto di Filatura Bertoglio I. s.a.s, la collaborazione dell’Impresa Minero Re Guido Ponteggi, sempre con la “regia” di KEART Keep an eye on art.

Dal 16 giugno al 31 luglio 2025 il cantiere verrà allestito e il lavoro di restauro sarà aperto al pubblico, per un approfondimento e un racconto condiviso anche dagli operatori del Santuario di Oropa.

I materiali informativi, video e contenuti interattivi, gli incontri sono strutturati all’interno del servizio KEART Keep an eye on art, a cura di Benedetta Bodo di Albaretto e Paolo Gili, e prevedono un approfondimento circa il lavoro di manutenzione che verrà svolto sulla Meridiana.

Ci sarà un momento di visita aperta al pubblico – oltre alla presenza quotidiana in cantiere – venerdì 25 luglio alle 19.

 

 ACQUI TERME. ECOTRANCE di  Alberto Tadiello

21.06 – 31.08.2025

Dal 21 giugno al 31 agosto 2025, Amici Musei Acquesi e Civico Museo Archeologico di Acqui Terme presentano ECOTRANCE, un’installazione site-specific di Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, 1983), artista italiano che attraverso la sua ricerca indaga le relazioni tra arte, natura e tecnologia. ECOTRANCE è ispirata alla fonte d’acqua “La Bollente” che scaturisce a 75° nel centro di Acqui Terme la cui frequentazione, anche in chiave sacrale e cultuale, deve senz’altro essere fatta risalire già all’epoca pre-romana. Alberto Tadiello ne trasporta l’impatto emotivo all’interno del Museo tra i blocchi di marmo grigio dell’antica fontana del II-I secolo a.C. e crea una costruzione magica fatta di suoni e luci, “un arabesco screziato di colori in movimento che bagna le pareti, le teche, il pubblico, in un loop sincopato e vagamente ipnotico.” [A.T.]

ECOTRANCE è un’unica grande installazione visiva e sonora dai molteplici aspetti e significati: l’opera si presenta “come una riflessione intorno all’acqua, intesa come sinonimo e metafora di vita, come elemento di definizione dello statuto identitario del luogo. È un’acqua caldissima che mostra la sua prossimità ad un cambio di stato, all’evaporazione, alla sparizione eterea.” [A.T.] Il lavoro è composto da 100 sfere a Led stroboscopiche che leggono una playlist di file audio elaborata a partire da una registrazione del loro stesso rumore di funzionamento. La scultura si dirama a partire da 5 cablaggi che alimentano 20 sfere ciascuno. Ogni porzione del lavoro si attiva e disattiva secondo un algoritmo casuale in un range di tempo che va da uno a trenta minuti, senza mai permettere una totale accensione o un totale spegnimento delle parti. L’attività luminosa e sonora è sempre in divenire, prossima ad una modulazione infinita di variazioni.

La mostra è documentata e arricchita da un volume edito e distribuito da “Gli Ori”. Un apparato visivo di progetto e un dialogo tenuto via e-mail con Francesca Togni conducono nei meandri della ricerca di Tadiello tra letteratura e filosofia, cinema e tecnologia, biologia ed etologia; uno scambio ricco di suggestioni che apre a visioni, rimandi e contaminazioni.

La quarta edizione di TraSecolare, ideata e condotta dall’Associazione Amici dei Musei Acquesi, dopo Un dialogo di Alice Cattaneo nel 2019, Paesaggio Minuto di Luca Pancrazzi nel 2021 e Lieti Motivi di Mirco Marchelli nel 2023, prosegue con ECOTRANCE di Alberto Tadiello nell’intento di stabilire un continuum tra passato e presente, per rifruire di testimonianze antiche attraverso linguaggi contemporanei, nel tentativo di annullare la differenza temporale della creazione artistica.

Un progetto che compie otto anni grazie alla fiducia della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria ed al collaborativo rapporto con il Comune di Acqui Terme, il Civico Museo Archeologico di Acqui Terme, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo

Opening: 21.06 ore 18

Civico Museo Archeologico Acqui Terme, via Morelli, 2 – Castello dei Paleologi, 15011 Acqui Terme

Da martedì a domenica ore 10.00-13.00 / 15.00-19.00. Lunedì chiuso

0144 57555 / 3492263812; info@acquimusei.it; amicimuseiacquesi@gmail.com

 

La Biblioteca del Piffetti ritorna a Villa della Regina grazie alla realtà aumentata

Villa della Regina_ricostruzione virtuale_Libreria del Piffetti

 Torino, 13 giugno 2025 – La Biblioteca del Piffetti, capolavoro di ebanisteria del Settecento, rivive a Villa della Regina grazie a un progetto di realtà aumentata e virtuale, frutto della collaborazione tra il nostro Istituto delle Residenze reali sabaude – Musei nazionali Piemonte, il Dipartimento di Architettura e Design (DAD) del Politecnico di Torino, il Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’architettura (DSDRA) di Sapienza Università di Roma e Shazarch s.r.l.

La Biblioteca, realizzata per Villa della Regina tra il 1733 e il 1739 su committenza di Carlo Emanuele III, fu trasferita nel 1879 al Palazzo del Quirinale a Roma per volontà della regina Margherita. Il raffinato rivestimento parietale, in origine protagonista del Gabinetto della Libreria nell’appartamento del re, incanta ancora oggi per la sua straordinaria ricchezza decorativa. Le eleganti scaffalature in pioppo, impiallacciate in palissandro, bosso, tasso e ulivo, sono esaltate dai ricchi intarsi in avorio che disegnano motivi floreali rocaille, perfettamente armonizzati con lo stile “alla China” che caratterizza i gabinetti della residenza. A testimonianza del disegno originario dell’ambiente restano anche l’intatto pavimento ligneo intarsiato, firmato da Pietro Piffetti, e il magnifico soffitto dipinto da Giovanni Francesco Fariano con Minerva che scaccia i giganti, in una scena di grande potenza evocativa.

Dopo un accurato rilievo tridimensionale ad altissima fedeltà realizzato nella sala del Palazzo del Quirinale a Roma dal gruppo di Sapienza Università di Roma guidato da Michele Russo, il team di studiosi del Politecnico di Torino coordinato da Roberta Spallone ha ricostruito digitalmente la raffinata boiserie negli spazi della residenza sabauda per la quale era stata progettata, eliminando le porzioni aggiunte nell’Ottocento e consentendo di fruire virtualmente di questo capolavoro così come si presentava prima del suo trasferimento.

“La collaborazione tra Ministero della cultura, Politecnico di Torino e Sapienza Università di Roma consente non solo di fare dei passi avanti nella conoscenza di questa importante opera d’arte, ma anche di restituirla virtualmente allo spazio per quale era concepita. E lo fa con una qualità visiva e una accuratezza scientifica capace di coinvolgere in modo sorprendente e arricchire molto la visita a Villa della Regina” – dichiara Filippo Masino, Direttore delle Residenze reali sabaude.

“Il lavoro condotto dal gruppo di ricerca del Politecnico di Torino, si inserisce nelle attività di Terza missione e Public engagement che costituiscono una delle attività centrali dell’università. Le sinergie istituite tra mondo accademico ed ente museale hanno consentito di realizzare un progetto scientifico condiviso tra studiose e studiosi delle due istituzioni e di metterlo a disposizione della collettività favorendo l’accessibilità della conoscenza” – afferma Roberta Spallone, Professoressa ordinaria del Dipartimento di Architettura e Design al Politecnico di Torino.

La presentazione avvenuta questa mattina da parte del gruppo di lavoro segna infatti un punto di svolta anche per il pubblico. Da oggi tutte le persone che visiteranno Villa della Regina potranno vivere un’esperienza senza precedenti: la realtà aumentata riporterà il capolavoro del Piffetti nel suo spazio originario, il Gabinetto della Libreria, scaricando semplicemente un’app sul proprio smartphone oppure usando i tablet disponibili, mentre da fine luglio, utilizzando dei visori con l’assistenza del personale del museo, sarà possibile esplorare l’opera anche in realtà virtuale immersiva.

L’esperienza della realtà aumentata e virtuale è inclusa nel biglietto per la visita al complesso museale.

Tariffe:

 Biglietto Villa+Giardini: € 10,00

  • Ridotto (18-25 anni): € 2,00
  • Gratuito per minori di 18 anni, per persone con disabilità e accompagnatori, per docenti delle scuole italiane pubbliche e private paritarie con presentazione della certificazione del proprio stato di docente; studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia; titolari di Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card; Royal Pass; personale MiC; membri ICOM; giornalisti muniti di tessera professionale
  • Gratuito tutte le prime domeniche del mese e nelle giornate del 4 novembre, venerdì 25 aprile e 2 giugno.

 

CUNEO, FONDAZIONE PEANO. RADICAMENTO personale di Elena Monaco e collettiva famiglia Vacchetti

inaugurazione sabato 21 giugno ore 17.30

Sabato, 21 giugno, alle ore 17.30 in Fondazione Peano inaugura RADICAMENTO una duplice esposizione che vede nella sala ipogea una personale di Elena Monaco e, nella saletta al primo piano, una collettiva con opere di Filippo, Sandro, Emilio e Marco Vacchetti.

Un viaggio nella ricerca artistica di Elena Monaco e alla riscoperta delle sue radici a cura di Ivana Mulatero.

La mostra, aperta dal giovedì alla domenica ore 15.30-18.30, sarà visitabile fino al 20 luglio. Ingresso libero e gratuito.