ALBERTO MASO GILLI e Chieri

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“Moltissime sono le opere di Lui che si conservano al nostro Municipio (e) al Circolo Chierese, e di esse una esiste nella sala della Società dei Tessitori raffigurante in modo somigliantissimo il dott. Cav. Luigi Collo”: così si esprimeva la “Guida Commerciale ed Amministrativa di Chieri e Comuni dei Dintorni” del 1910.

Per quanto riguarda in particolare la collezione in possesso del Comune, sappiamo come si era venuta formando. Nonostante la sua partenza per Parigi e per Roma, i rapporti fra Gilli e la sua città non vennero mai meno. In particolare, in occasione della sua morte, avvenuta a Calvi dell’Umbria il 25 settembre 1894, Chieri lo ricordò in molti modi. Tanto che la moglie Teresa e la figlia Irene, residenti a Roma, si sentirono in dovere di dimostrare la loro riconoscenza inviando in dono alla città un’opera del defunto artista. Ecco come il libro degli Ordinati Consiliari, (art. 58, par. 2, vol. 48, pp. 4-5), il 25 gennaio 1895 riferisce l’evento: “Il Sindaco dà comunicazione di una lettera da Roma in data 21 gennaio corrente della famiglia Gilli, colla quale partecipa che in segno di riconoscenza per la dimostrazione d’affetto fatta alla morte del compianto Alberto Gilli, Direttore della Regia Calcografia Romana, si pregia di offrire in dono al Municipio di Chieri, sua città nativa, il ritratto di Sua Maestà la Regina Margherita di Savoia, come ricordo, opera eseguita di mano del Gilli stesso  nel 1893… Il Consiglio accetta di tutto buon grado la gentile offerta ed incarica il Sindaco di esprimere alla famiglia i sensi di gratitudine della città di Chieri”.    ,

Non solo. Il 4 giugno 1899, festa dello Statuto, alla presenza delle autorità civili e militari, di esponenti del mondo della cultura, della sorella di Alberto Maso Gilli, Gabriella, e della cugina Deodata (la moglie Teresa e la figlia Irene non erano  potute intervenire), la città di Chieri dedicò al suo illustre cittadino una lapide, che venne collocata sulla parete della sua casa nativa, in piazza delle Erbe, dove si trova tuttora. La lapide, opera di Lorenzo Vergnano, scultore torinese originario di Cambiano,  è “in granito nero di Svezia, nuovo materiale per l’Italia; le lettere dell’iscrizione sono incise dorate; il medaglione e le restanti parti in bronzo vennero fuse dal signor Corrado Betta”. Questo il testo della lapide, dettato dal prof. Eyveau: “In questa casa nacque e a lungo dimorò – Alberto Maso Gilli – che per mezzo a difficoltà  ai più insuperabili – con l’acutezza dell’ingegno – la fede e la perseveranza indomita nel lavoro – s’aprì la via della fama – di pittore concettoso ed efficace –di cultore dottissimo delle arti tutte del disegno – di principe dei calcografi italiani. Addì 4 giugno 1899 – auspice il Municipio – gli ammiratori, gli amici”.

In seguito a ciò, nell’autunno del 1904 la moglie di Gilli, Teresa, e la figlia Irene  donarono all’Amministrazione Civica alcune stampe di Alberto Maso. All’inizio del 1905, donarono anche una collezione di dieci sue acqueforti (“Tentazione di Sant’Antonio”, “Crocifisso”, “Faust e Margherita”, “Congresso di Cani”, “Salvator Rosa” e altri cinque ritratti di personaggi famosi) e due piccoli ritratti all’acquaforte, uno del Gilli e uno della principessa Iolanda di Savoia, eseguiti da Irene che, come il padre, si era dedicata all’incisione.

Ai nostri giorni, dopo più di un secolo, e fino al 2017,  a Chieri si conoscevano le seguenti opere di Gilli: due quadri firmati e datati 1874 (un Michelangelo ritratto con il bozzetto del Mosè e un autoritratto), esposti negli uffici del Palazzo Municipale; la pala d’altare raffigurante il Sacro Cuore di Gesù della chiesa di S. Giorgio; quella di  San Gerolamo Emiliani della chiesa della Orfanelle e, nella chiesa dell’Annunziata, il piccolo quadro raffigurante “Il miracolo del mutolo” che viene attribuito al Gilli dallo storico Antonio Bosio. (Nella stessa chiesa si conservano, e vengono proposti in questa mostra virtuale, un secondo quadro delle stesse dimensioni, raffigurante “La guarigione del soldato ossesso”, e una lunetta con San Giovanno Battista ed Erode, stilisticamente molto simili al precedente, che potrebbero essere anch’essi opere giovanili del Gilli).

foto Cesare Matta

Al di fuori del campo della pittura, ma sempre in ambito artistico, sono legati  al nome di Alberto Maso Gilli anche il coro ligneo quattrocentesco e il pulpito cinquecentesco del Duomo, al cui restauro, alla fine dell’800,  l’artista, come si è visto diventato esperto di arredo  medioevale, ebbe dal conte Edoardo Arborio Mella l’incarico di sovrintendere.

Questo, dicevamo, fino al 2017, perché in quella data è accaduto qualcosa di nuovo. A questo elenco si sono aggiunte quattro vedute di Chieri, messe in vendita da un collezionista romano e acquistate da una cordata di cittadini di buona volontà, che le ha donate al Comune per farne il primo nucleo di una pinacoteca cittadina. Sulle ali dell’entusiasmo, in occasione delle  Giornate Europee del Patrimonio, sempre nel  2017, nella cappella interna del complesso di San Filippo Neri, dalle Associazioni Carreum Potentia, Giuseppe Avezzana e dalla Compagnia della Chiocciola, fu organizzata una mostra sulle opere chieresi del Gilli. In quella occasione al Comune, in vista della futura pinacoteca, fu donato un ritratto di Margherita Collo e alcune acqueforti. Altre acqueforti furono affidate in deposito dai loro proprietari chieresi.

Bibliografia:
Casassa A., voce: Gilli, Alberto Maso, in: Dizionario biografico degli Italiani, Roma 2000, vol. 54, pp. 754-756.
Mignozzetti Antonio, voce: Alberto Maso Gilli, in: Artisti nel Duomo di Chieri, Chieri 2007, pp. 136-143
Thellung Caterina, voce: Gilli, Alberto Maso, in: Enrico Castelnuovo (a cura), La pittura in Italia, l’Ottocento, Tomo II, Milano 1989-1990, pp. 852-853.

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