Sabato 15 e domenica 16 maggio tornano le Giornate FAI: ecco dove si può andare a Torino e provincia

29ª edizione delle Giornate FAI di Primavera in programma sabato 15 e domenica 16 maggio 2021. Le Giornate FAI di Primavera sono il primo grande evento nazionale dedicato ad arte e cultura organizzato dopo l’ultimo periodo di lockdown. Anche quest’anno la grande manifestazione di piazza del FAI, dal 1993 il più importante evento dedicato al patrimonio culturale che celebra arte, storia e natura, torna a coinvolgere gli italiani – dopo i mesi difficili vissuti – nell’entusiasmante scoperta delle bellezze che ci circondano, grazie all’apertura di 600 luoghi in 300 città e 19 Regioni, molti dei quali poco conosciuti o accessibili in via eccezionale, visitabili in totale sicurezza e nel rispetto delle normative vigenti. I posti disponibili sono limitati; prenotazione obbligatoria sul sito fino a esaurimento posti disponibili ed entro la mezzanotte del giorno precedente la visita.

Le aperture in provincia di Torino:

Palazzo Chiablese, Appartamenti di Carlo Felice di Savoia, Piazza San Giovanni, 2. Apertura sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18. L’edificio, sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, chiude la piazzetta Reale sul lato occidentale e si estende fino alla Chiesa di San Lorenzo. In occasione delle Giornate FAI sarà visitabile in anteprima l’appartamento di Carlo Felice di Savoia, appena restaurato in vista della realizzazione di un percorso museale fruibile al pubblico.

Il palazzo rientra nel più vasto progetto di Ascanio Vittozzi voluto da Emanuele Filiberto alla fine del XVI secolo per riordinare gli spazi urbanistici davanti a Palazzo Ducale (oggi Reale). È il 1753 quando Carlo Emanuele III lo destina al figlio Benedetto Maurizio di Savoia, duca del Chiablese, ed è in quegli anni che Benedetto Alfieri si occupa di rinnovare e ampliare gli appartamenti: nei lavori di trasformazione sono coinvolti i principali pittori, stuccatori ed ebanisti attivi a corte.

Con la caduta dell’Ancien Régime, i duchi del Chiablese abbandonano Torino e il palazzo ospita il governatore Camillo Borghese con la moglie Paolina Bonaparte. Nel 1814, il palazzo torna alla duchessa vedova del Chiablese che lo lascia in eredità al fratello Carlo Felice, divenuto re nel 1821. Il nuovo sovrano, per i suoi soggiorni torinesi, preferisce questa residenza all’attiguo Palazzo Reale e qui muore nel 1831.

Palazzo Frichignono, Via San Dalmazzo, 7. Apertura sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18. Ingresso riservato agli iscritti FAI Situato nell’isolato di Sant’Alessio, l’edificio affaccia il suo prospetto seicentesco su via San Dalmazzo. Ettore Bonifacio Frichignono, avvocato di Sua Altezza, lo acquista nel 1670 e tra il 1680 e il 1692 lo amplia e abbellisce. In qualità di revisori delle spese dei cantieri ducali i Frichignono conoscevano gli artisti attivi a corte e i modelli decorativi più in voga. Per questo, a fine Seicento, per l’abbellimento della loro residenza scelgono la formula del fregio dipinto al di sotto del soffitto ligneo, allora di grande successo.

Alle “dipinture” dei diversi saloni – delle Metamorfosi, di Salomone, dei Venti e delle Virtù, di Abramo e Lot, delle Stagioni – si alterneranno maestranze locali e lombarde, ispirantesi e vicine a Dauphin, a Miel, a Sebastiano Taricco, ad Alessandro Maccagno, attente anche alle novità architettoniche introdotte da Guarini e da Andrea Pozzo e qui utilizzate dai quadraturisti. La visita proposta durante le Giornate FAI, di straordinario interesse, porta a conoscere il buon livello culturale della committenza privata e la circolazione internazionale dei modelli pittorici.

Campus ONU, Viale Maestri del Lavoro, 10. Apertura sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18. Durante le Giornate FAI di Primavera 2021, in occasione del 60° anniversario dell’Esposizione “Italia ’61”, è prevista un’eccezionale apertura al pubblico del Campus ONU, le cui nitide e delicate architetture a firma di Nello Renacco, pensate per ospitare i padiglioni delle Regioni d’Italia e collegate tra loro da passerelle aeree, si sviluppano sulle sponde del Po, su 10 ettari di un parco con oltre 700 alberi e specie naturali. Oggi vi sono ospitate le sedi dell’ONU, dell’ITCILO, dello Staff College, dell’UNICRI, del Centro per l’UNESCO e, dal 2010 la Turin School of Developement, che porta in città partecipanti da tutto il mondo.

L’attuale gestione del complesso rispetta i più elevati livelli ambientali e l’area posta sotto il regime di extraterritorialità, è data in affitto dalla città di Torino alla cifra simbolica di un dollaro all’anno. La visita, di grande interesse architettonico, artistico e storico, metterà in evidenza anche l’aspetto naturalistico grazie a un percorso botanico nel parco.

I cortili di Palazzo Scaglia di Verrua, Via Stampatori, 4. Apertura sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18.  L’edificio sorge a pochi passi da via Garibaldi; se ne hanno notizie sin dalla metà del XV secolo ed è l’unico palazzo rinascimentale di Torino non rimaneggiato in epoca successiva. La visita consentirà di scoprire le straordinarie decorazioni pittoriche ad affresco – in facciata e nella corte – commissionate ad Antonino Parentani nel 1603, nonché la splendida architettura tardo cinquecentesca del palazzo.

La prima ristrutturazione, voluta da Antonio Solaro tra il 1585 e il 1604, vide l’accorpamento di diverse unità di preesistenti edifici medievali; l’edificio passò quindi agli Scaglia di Verrua, poi ai San Martino della Motta e infine, verso metà Ottocento, ai Balbo Bertone di Sambuy. Una donna molto discusso visse qui all’epoca di Luigi XIV: Baptiste de Louynes, moglie di Augusto Manfredo Scaglia di Verrua, cui si ispirò Alexandre Dumas per il romanzo La dame de volupté. Gli affreschi del Parentani raffigurano, in facciata, i sette pianeti corrispondenti ai giorni della settimana, mentre nella corte la Chimica, l’Alchimia e l’Astronomia, il Grande Reggitore dell’Universo, l’Abbondanza e la Fama.

Agliè (To), Parco e giardini del Castello di Agliè. Piazza Castello 1. Apertura sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18.  Il nucleo originario del Castello di Agliè risale al XII secolo. Nel 1763 fu acquistato dai Savoia come appannaggio di Benedetto Maria Maurizio, duca del Chiablese, che lo trasformò in tenuta reale. Nell’Ottocento, dopo gli anni della dominazione napoleonica, l’edificio tornò ai Savoia e subì un’importante ristrutturazione; nel parco vennero poi costruiti il laghetto, il grande lago e le isole. Venduto allo Stato nel 1939, il castello è stato destinato a museo di se stesso, con strutture e arredi immutati, ed è stato tra i set della fiction Elisa di Rivombrosa.

Le visite in occasione delle Giornate FAI, in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Piemonte, permetteranno di scoprire il grande parco, riaperto al pubblico dopo lunga chiusura, scegliendo tra tre differenti percorsi, fruibili a piedi e in bicicletta. Il suo impianto è frutto di fasi diverse: la prima settecentesca e la seconda ottocentesca connotata da un’impostazione “all’inglese”. Il giardino, in parte pensile, conserva nell’area di ponente l’impostazione all’italiana data da Amedeo di Castellamonte, con vialetti e aiuole con siepi.

Castagneto Po (To).  Parco di Villa Ceriana, SP99, 27.  Apertura sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 17.30

Il Castello di Castagneto Po, conosciuto anche come Villa Ceriana, è situato su un altipiano da cui si gode la vista del Canavese, di parte del Biellese e di un tratto della pianura del Po. L’edifico, in “cotto subalpino”, è immerso in un parco di 70 ettari, in cui sono presenti alberi secolari e che fino all’inizio del XXI secolo ospitava anche orti, frutteti,ampie terrazze coltivate a fiori, cascine e una pista per l’atterraggio di elicotteri. Dell’esistenza del castello si ha testimonianza già nel 1019; dopo vari passaggi di proprietà, nel 1859 il bene fu acquistato dai Ceriana, banchieri e negozianti di seta. Dal 1952 al 2009 la villa appartenne alla famiglia Bruni Tedeschi, poi fu acquistata da un principe arabo che nel 2018 la donò alla Croce Rossa Italiana. Fuori dal perimetro recintato si estende l’ampio parco, visitabile eccezionalmente nelle Giornate FAI, dove si trovano specie tipiche dei parchi ottocenteschi: faggi, platani, tigli, castagni, cedri dell’Himalaia e del Libano e anche un tasso e dei tassodi.

Trana (To) Rea: un fiabesco giardino in Val Sangone. Strada Giaveno, 40 Frazione San Bernardino. Apertura sabato 15 dalle ore 9.30 alle 18.30 e domenica 16 maggio dalle ore 9.30 alle 12.30 Agli inizi degli anni Sessanta, un amatore e collezionista di piante rare, Giuseppe Giovanni Bellia, crea un’azienda agricola specializzata nella coltura di piante erbacee perenni per il giardino roccioso e la proda mista. Nel 1967 decide di trasformare i vivai in un giardino sperimentale, per l’acclimatazione di specie alpine ed erbacee perenni del mondo, e lo chiama “Rea”, in onore di Giovanni Francesco Re, medico e naturalista che a inizio Ottocento studiò la flora della Val di Susa e della Val Sangone. Nel 1989 la Regione Piemonte lo acquista e ne affida la gestione alla Comunità Montana Val Sangone (ora Unione dei Comuni Montani della Val Sangone), che ne cura la direzione tecnico-amministrativa, su indirizzo del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Il Giardino vanta diverse collezioni di alberi, arbusti, erbacee perenni ed erbe officinali appartenenti alla flora autoctona ed esotica, tra cui molte varietà di grani antichi e storici, una collezione di circa 250 specie di Iris rizomatose e diverse specie provenienti da zone a climi caldi, conservate in serra.

Avigliana (To). Parco Naturale Laghi di Avigliana – Palude dei Mareschi. Via Monte Pirchiriano, 54 – N.B. Non è raggiungibile in auto; parcheggiare e seguire le frecce in loco. Apertura sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18.

La palude dei Mareschi è l’area umida più occidentale d’Italia, situata a nord-ovest del Lago Grande di Avigliana. Raccoglie le acque in uscita attraverso il Canale della Naviglia e rappresenta un ambiente rinaturalizzato dove la presenza dell’uomo s’interseca con una natura prorompente. In quest’area nidificano molte specie di uccelli, tra cui porciglioni, gallinelle d’acqua e aironi, e si possono ammirare poiane, falchi di palude e nibbi. Sul lato est della zona palustre si trovano i resti della Nobel di Avigliana, la più importante fabbrica di esplosivi degli anni Quaranta e uno degli esempi più interessanti di architettura industriale d’inizio secolo. Fu teatro di bombardamenti e azioni partigiane durante la Seconda Guerra Mondiale, per chiudere poi negli anni Sessanta.