Passione Fumetti, senza parole (V): la fantascienza silente da Noè a The longest day of the future, a Druuna

Noé The longest day of the future e Druuna
Silente: immerso nel silenzio. Un termine che si sposa particolarmente bene con la fantascienza. Quella degli spazi siderali, di cui ho parlato nell’ultimo articolo dedicato ai Fumetti senza parole, riferendomi a due storici racconti di Aliens e ai mondi alieni di Moebius – in particolare ad Arzach – ma anche ad altri fumetti che trattano di fantastico e fantascienza senza parole e senza suoni, realizzati da autori internazionali più o meno noti in Italia. In questo quinto articolo dedicato ai No Words Comics, parlerò di Noé di Stéphane Levallois, di The longest day of the future di Lucas Varela e della sensuale Druuna di Paolo Eleuteri Serpieri. Opere di autori che hanno fatto propria la rivoluzione fumettistica di Moebius, a conferma – se mai ce ne fosse necessità – dell’importanza che Jean Giraud ha avuto nella storia del fumetto.

Noé di Stéphane Levallois

Noé di Stephane Levallois
Un uomo, bardato con un pesante e antiquato scafandro da palombaro, procede nel nulla di un deserto apparentemente senza fine. I disegni di Stéphane Levallois colpiscono fin dalle prime tavole, per realismo e potenza del bianco e nero, reso corposo da affascinanti toni di grigio acquarellato, su un tratto molto sottile e un bianco dominante. Il palombaro, di cui si avverte la pesantezza del passo, incide il suolo con orme profonde e la sua posizione, piegata in avanti, esprime fatica ma anche instancabile determinazione nel trascinare l’immensa e antica arca.
Noé è un libro di oltre 160 pagine, le cui vignette hanno una grande forza suggestiva, pur essendo completamente privo di dialoghi, didascalie e suoni. Ogni capitolo è però seguito da un breve testo, dal tenore poetico o evocativo, quasi a rappresentare citazioni di scritti sacri.
Noé di Stephane Levallois
Scopriamo presto che il deserto non è così vuoto come appare. Nel suo ostinato incedere, indifferente a ciò che lo circonda – indice di una missione che non ammette ostacoli e distrazioni – Noé incrocia un bizzarro archeologo alla ricerca di misteriosi fari, un aviatore solitario e sfortunato, un popolo berbero che si sposta su trampoli e dromedari altissimi, una cattedrale gotica e un treno che parte perdendosi nella sabbia. E poi arriva la guerra, portata da colonizzatori grezzi e arroganti che arrivano a bordo di vecchie camionette e di un enorme dirigibile. Una guerra crudele e insensata – come tutte le guerre – che verrà risolta dal soffio distruttivo delle figlie del vento.
E in tutto questo che fine hanno fatto Noé e la sua arca? La risposta potrebbe essere proprio nel capitolo finale, quello realizzato da Stéphane Levallois per l’edizione italiana della DOUbLe SHOt pubblicata nel 2010, a 10 anni dalla prima pubblicazione in Francia per Les Humanoïdes Associés.
Noé è un libro fortemente evocativo e di grande impatto visivo. Non a caso l’autore (nell’intervista pubblicata in postfazione) dichiara che l’idea è nata da un sogno e che inizialmente era intenzionato a fare un cortometraggio animato in 3D.
Noé di Stephane Levallois
Nato a Parigi nel 1970 e diplomatosi all’École d’Arts Penninghen nel 1992, Stéphane Levallois si è dedicato al cinema, all’animazione e alla pubblicità, pubblicando Noé – il suo esordio nel mondo delle bande dessinée – nel 2000. A questo sono seguiti numerosi altri libri a fumetti, sempre in uno straordinario bianco e nero. Quasi tutti i suoi lavori sono purtroppo inediti in Italia, tranne appunto Noé (Associazione Culturale DOUbLe SHOt) e il meraviglioso Leonardo2Vinci, realizzato per il Museo del Louvre e pubblicato da Linea Chiara – RW Edizioni. Tornerò a parlare di lui, probabilmente proprio per questa rubrica, perché Noé non è il suo unico Fumetto senza parole e perché anche gli altri libri meritano attenzione.

The longest day of the future di Lucas Varela

The longest day of the future di Lucas Varela
In un lontano futuro due sole società si contendono la produzione e il commercio di tutto quello di cui una persona può avere bisogno. Le stesse cose, dal caffè agli hamburger, ma anche gli alloggi, i veicoli, l’intrattenimento, i vestiti e – ovviamente – i posti di lavoro, differenziandosi solo per il logo e i colori. In una megalopoli in cui convivono due fazioni e i cui vertici si fanno una guerra spietata, la pubblicità comparativa ha toni violenti e ogni mezzo è lecito per prevalere sulla concorrenza. In questo mondo – che potrebbe essere la Terra del futuro – i robot fanno le pulizie ma anche i combattimenti nelle arene e gli “umani” lavorano su videoterminali in enormi open space, sognando paradisi perduti.
The longest day of the future di Lucas Varela
In questo clima di tensione consumistica, nel deserto che circonda la megalopoli si schianta un veicolo extraterrestre da cui esce un ominide con una strana valigia, prontamente sequestrato da una delle due fazioni. E mentre l’alieno finisce segregato in una cella, basta un caffè sbagliato per far finire la misteriosa valigia nelle mani di un titubante impiegato, incaricato di infiltrarsi nella sede della società rivale. La quale sta architettando anch’essa un piano per eliminare il vertice dell’odiata concorrenza. Il resto è un divertente susseguirsi di azione e distruzione, che l’assenza di parole e suoni rende ancora più folle e surreale.
The longest day of the future di Lucas Varela
Lo stile di disegno di Lucas Varela è pulito e piacevole, grazie ad una linea chiara marcata, quasi da cartoon, e a colori dai toni morbidi. Fantascienza disegnata con la precisione di un designer per una storia con situazioni che sconfinano nel fumetto underground. The longest day of the future riporta alla mente spunti dalla fantascienza urbana di tanto cinema di genere, senza averne la cupezza, anzi, come nelle opere di Moebius, Lucas Varela riesce a rimanere sempre solare e ironico, se pure il tema di fondo è certamente poco rassicurante.
The longest day of the future di Lucas Varela
The longest day of the future” è stato pubblicato inizialmente sulla rivista Fierro in Argentina. Nel 2015 è stato pubblicato in volume in Francia, con il titolo “Le jour le plus long du future” (Delcourt), e in Polonia (“Najdłuższy dzień przyszłości”). Nel 2016 in Argentina come “El día más largo del futuro” (Hotel de las Ideas) e negli Stati Uniti da Fantagraphics (di cui dovrebbe essere disponibile anche la versione Kindle). Sempre con il titolo “El día más largo del futuro” è stato ristampato più volte dalla Ediciones La Cúpula di Barcellona, probabilmente l’edizione cartacea più agevole da reperire visto che – nonostante l’alto gradimento riscontrato nei paesi in cui è stato pubblicato – in Italia è tuttora inedito.
The longest day of the future di Lucas Varela
Lucas Varela è un graphic designer, illustratore e autore di fumetti argentino, nato nel 1971 a Buenos Aires. I suoi libri vengono pubblicati soprattutto in Argentina, Stati Uniti, Inghilterra e Francia, paese quest’ultimo dove risiede da anni. Suoi lavori sono stati pubblicati su Rolling Stone e appaiono regolarmente sul Financial Time. Tra i suoi libri pubblicati in Argentina ci sono Estupefacto (Domus), Matabicho (Moebius) e El Sindrome Guastavino (Sudamericana), questi ultimi entrambi con Carlos Trillo. Tra quelli pubblicati in Francia: Paolo Pinocchio (Tanibis), Diagnostics (Tanibis) e L’Humain (Dargaud) con Diego Agrimbau, Le jour plus long du futur (Delcourt), Le Labo (Dargaud) con Hervé Bourhis, L’héritage du Colonel (Delcourt) con Carlos Trillo e La dernière comédie de Paolo Pinocchio (Tanibis). Ad oggi non mi risultano libri di Lucas Varela pubblicati in Italia, ad eccezione del volume L’eredità del colonnello (El Sindrome Guastavino), edito da Coniglio Editore nel 2009, e purtroppo non di facile reperimento.

Druuna – Anima di Paolo Eleuteri Serpieri

Druuna Anima di Paolo Eleuteri Serpieri
È invece molto conosciuta e apprezzata anche in Italia, Druuna di Paolo Eleuteri Serpieri, un personaggio che ha visto il suo esordio in Francia sulla rivista “charlie mensuel” (il Linus francese) della Dargaud, dove è stata pubblicata per la prima volta a puntate dal settembre del 1985 al febbraio 1986. Morbus Gravis – la sua prima avventura – è stata pubblicata dopo pochi mesi anche in Italia sulla rivista L’Eternauta, sempre a puntate dal n. 42 del dicembre 1985 al n. 48 del giugno 1986. A questa sono seguite Morbus Gravis 2 – poi ridenominata in Delta – nel 1987, Creatura nel 1989, Carnivora nel 1992, Mandragora nel 1995, Aphrodisia nel 1997, Il pianeta dimenticato nel 2000, Clone nel 2004 e Venuta dal vento nel 2018. Avventure più volte ristampate in volume, sia in Italia, sia all’estero.
Druuna Anima di Paolo Eleuteri Serpieri
Druuna è un’eroina che cerca di sopravvivere in un mondo futuristico decadente, devastato da obbrobriose mutazioni: il Morbus Gravis che trasforma uomini e donne in spaventose creature, dominate da impulsi e appetiti bestiali. In questo mondo inquietante, Druuna rappresenta la purezza, quell’umanità non corrotta – e di cui pare siano rimaste poche tracce – da mutazioni, contaminazioni e impianti tecnologici. Druuna è una donna bellissima, sensuale e formosa, ardentemente desiderata e spesso posseduta dagli uomini, dai mutanti e dalle creature in cui si imbatte. Un personaggio che ricorda celebri eroine del fumetto erotico/fantascientifico come Barbarella di Jean-Claude Forest e Falka di Juan Zanotto. Ma rispetto a queste, Druuna ha una carica erotica estremamente più marcata – senza allusioni o mezzi termini – e in molte avventure e situazione è talmente esplicita, che le versioni pubblicate su rivista (ad esempio su L’Eternauta) sono state a suo tempo ampiamente censurate, con un curioso utilizzo coprente dei ballon contenenti i dialoghi.
Druuna Anima di Paolo Eleuteri Serpieri
Dialoghi totalmente assenti nel volume “Anima“, il numero zero di Druuna, pubblicato nel 2015 dalle edizioni Lo Scarabeo. Un’avventura senza parole e senza onomatopee, in cui il grande Paolo Eleuteri Serpieri omaggia l’opera di Moebius con un’eroina che potrebbe essere una versione femminile di Arzach, in un mondo che – proprio come quelli di Moebius – è fonte di meraviglia tanto quando è pieno di spaventose insidie. Un omaggio che solo un artista dal talento eccezionale come Paolo Eleuteri Serpieri poteva permettersi. Il suo stile è infatti così personale ed inimitabile da poter essere paragonato a pochi altri, tra cui ci stanno sicuramente Moebius e Milo Manara. Rispetto a loro – maestri del puntinismo – Serpieri si distingue per l’uso di un fine tratteggio con cui riesce a rendere con straordinaria efficacia plasticità, volume, luce e prospettive.
Druuna Anima di Paolo Eleuteri Serpieri
Druuna “Anima” è un viaggio avventuroso e affascinante, tra natura e fantascienza, tra sorpresa e meraviglia, intrigante ed erotico, senza essere esplicito come altri capitoli della saga, che naturalmente consiglio nella sua interezza.
Druuna Anima di Paolo Eleuteri Serpieri
Potete leggere i miei precedenti articoli sulle storie mute ai seguenti link:
L’approdo, Ken Parker, Trillo & Mandrafina e Gon del 24 settembre 2022
Love e Paperino di Brrémaud e Bertolucci del 23 aprile 2023
Silenzi di Ali Çetinkaya, Mediterraneo di Nazzaro e Ferrara, Va tutto bene di Giusy Gallizia dell’11 settembre 2023
Aliens, Moebius e la fantascienza silente del 28 gennaio 2024

Immagini ©Associazione Culturale Double Shot / Les Humanoïdes Associés / Fantagraphic Books Inc. / Alessandro Editore / Lo Scarabeo