PIEMONTE x CURIOSI. Susa. Cattedrale di San Giusto: scoperta una cripta dell’XI secolo

Grande ritrovamento archeologico nella cattedrale di San Giusto a Susa: subito sotto l’altare è riemersa una cripta dell’XI secolo

La splendida cattedrale di San Giusto sorge in piazza Savoia, nel centro storico della comune di Susa ed è un vero e proprio gioiello di arte e architettura ricco di storia e di bellezza e – nonostante la sua storia millenaria – è ancora in grado di stupirci con tesori di inestimabile valore. Di recente, infatti, è riemersa in tutta la sua magnificenza una cripta dell’XI secolo.

L’antica cripta ipogea si trova subito sotto il pavimento dell’abside. Si tratta di una scoperta artistica e archeologica di grande importanza, tra i più significativi del Piemonte negli ultimi 50 anni. Presenta tracce di pitture, stucco e il probabile reliquario di un santo. Scoperta anche un’epigrafe di età romana dedicata a Minerva, la divinità della lealtà in lotta. Un tesoro senza precedenti in tutto il territorio piemontese.

Una scoperta avvenuta quasi per caso

Secondo gli esperti, la cripta risale al periodo della fondazione della Cattedrale primigenia, ovvero tra il 1027 e il 1029 d.C. quando il marchese di Torino e di Susa, Olderico Manfredi II, decise di fondare l’abbazia benedettina nello stesso luogo in cui sorgeva un’antica chiesa paleocristiana. A destra della cattedrale, difatti, vi è la Porta Savoia, struttura romana risalente al IV secolo che presenta due torri circolari. Già nel 1028 la chiesa venne abitata da alcuni monaci, anche se il complesso non venne terminato fino al 1035. L’edificio rimase un’abbazia benedettina fino al XVII secolo.

L’abside è occupata dal presbiterio che – con un rialzo di sei gradini – ospita l’altare maggiore barocco e il coro ligneo del XIV secolo rimaneggiato nell’Ottocento. La cripta riemersa di recente è stata trovata quasi per caso: gli scavi erano previsti per i primi 50 centimetri dell’area presbiteriale, ma poi sono proseguiti fino a tre metri, portando alla luce il vano della cripta ricoperto di macerie.

Ilaria Rosella Pagliaro